Come usava all'epoca, in questa prima fase di carriera durante la quale i The Animals pubblicarono nel Regno Unito tre album (in America anche di più), la band presenta un misto di cover e pezzi tradizionali che guardano davvero molto al blues più classico con divagazioni sporadiche in altri territori. The best of The Animals è un breve vademecum ottimo per conoscere e apprezzare la passione riversata sugli strumenti dal gruppo di Newcastle in quei primi anni di attività.
Passione testimoniata anche dalle molte date live negli U.K., i successi al Downbeat Club e al Club A Go Go di Newcastle e al Crawdaddy di Londra indirizzano gli Animals verso il loro successo americano. Purtroppo già sul finire del '65 il gruppo inizia a perdere i pezzi e dopo il '66 Eric Burdon ne rinnoverà completamente la formazione (diverranno The New Animals) e il sound, sempre più attratto dalla scena musicale della costa ovest e dalla controcultura del flower power.
Il pezzo d'apertura della raccolta, uno dei più interessanti dell'intero disco e scritto proprio per gli Animals, si ricorda per l'attacco di basso di Chas Chandler inseguito dai ricami della chitarra di Hilton Valentine, duetto semplice e riuscitissimo che caratterizza un inno di ribellione, anche questo semplice ed efficace, senza mezzi termini: It's my life and I'll do what I want, it's my mind and I'll think like I want. Cori indovinati e suoni di facile presa la rendono una hit che vedrei bene anche in qualche film del buon Quentin, almeno quell'intro...
Poi tanto, tanto blues venato a volte da echi di Yardbirds (Gonna send you back to Walker) e spostamenti bianchi al genere, coretti ariosi a condire il tutto e a far risaltare il bel cantato di Burdon, chitarre supportate dall'organo, temi cari al genere e tanto tanto amore. Qualche concessione al soul più romantico sul pezzo di Sam Cooke Bring it on home to me e poi ancora blues con Fats Domino e John Lee Hooker, praticamente degli standard.
Bravi i The Animals, bravi anche con il pop, con accenni di twist e rock 'n roll, ok l'anima nera ma dare un po' di movimento ai dischi non può far male, specie nel caso di una collection come questa, e allora ben vengano brani come Roberta o We gotta get out of this place.
E poi i due tormentoni che è impossibile non citare, pezzi coverizzati ovunque (anche da loro stessi) e che probabilmente ormai usciranno dalle orecchie a chiunque. Qui si vede il talento del gruppo che riesce a non farmi odiare l'ascolto di The House of the Rising Sun ma soprattutto il pezzo Don't let me be misunderstood che i Santa Esmeralda con tanto impegno riarrangeranno allo scopo di fracassare le palle a tutto il mondo. Brani che ascoltati nella versione dei The Animals emergono nel loro antico splendore, i Santa Esmeralda, oltre che a Nina Simone, dovranno rendere conto anche a loro.
The best of The Animals, 1966 - MGM
Eric Burdon: voce
Alan Price: tastiere
Hilton Valentine: chitarra
Chas Chandler: basso
John Steel: batteria
Tracklist:
01 It's my life
02 Gonna send you back to Walker
03 Bring it on home to me
04 I'm mad again
05 The house of the rising sun
06 We gotta get out of this place
07 Boom boom
08 I'm in love again
09 Roberta
10 I'm crying
11 Don't let me be misunderstood
Io le cassette degli Animals le ho consumate a sentirle. Grande voce quella di Eric Burdon, c'è stato un periodo che sentivo quasi solo loro e i Creedence. Perchè quando sento le voci, le voglio sentire belle e forti.
RispondiEliminaDovrò approfondire anche il periodo californiano del quale ho sentito poco e quel poco mi sembrava ancora convincente. Se non erro l'avevo anche inserito in un vecchio back to the past
EliminaSeguo da tempo questo blog, e ora ne ho aperto uno anch'io.
RispondiEliminaVorrei sapere se possiamo metterci reciprocamente tra i "preferiti", nell'elenco laterale della home page.
Lo chiedo qui perché non saprei dove altro farlo (a causa della mia abissale ignoranza).
Il mio blog: http://sauropennacchioli.blogspot.it/
E-mail: saurobello@libero.it
Ciao Sauro, benvenuto nella blogosfera, seguirò volentieri il tuo blog :)
EliminaPiacciono parecchio anche a me! Pur avendo un debole per la versione di Nina Simone, la loro Don't let me be misunderstood è veramente notevole *__*
RispondiEliminaBeh, probabilmente Nina Simone inarrivabile, però anche loro niente male.
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