martedì 11 febbraio 2020

AQUAMAN

(di James Wan, 2018)

Dopo aver visto Shazam! e il Joker di Todd Phillips, che non rientra nel progetto del DC Extended Universe, speravo di trovare in Aquaman almeno un film divertente, mi sono trovato invece di fronte a un vero e proprio buco nell'acqua, tanto per rimanere in tema, il film di una pochezza disarmante riporta lo spettatore a quella che è la gestione mediocre dei personaggi alla quale la DC Comics al cinema ci aveva già abituati (Nolan escluso). Che durante un film che è fatto principalmente e quasi solo d'azione (noiosissima per altro) ci si riesca ad addormentare almeno sei o sette volte nell'arco di due ore e venti è un delitto che richiederebbe l'espulsione dall'industria cinematografica degli sceneggiatori che si sono imbarcati in questo progetto che non può far altro che affondare sotto ogni punto di vista. E ancora, è possibile che non si riesca a prendere in considerazione il fatto che, avendo in mano un film che dentro non ha mezzo contenuto né spunto di interesse alcuno, sarebbe meglio tagliare, tagliare e ancora tagliare invece di confezionare supplizi da due ore e venti più provanti di un arco temporale equivalente passato con un cilicio indosso? Davanti a film come questo non si può che invocare la morte del cinecomics (e vai a dare torto a Scorsese).

Aquaman è un personaggio secondario nel Pantheon dei supereroi DC, non di meno è noto ai fan dei comics e negli anni più volte si è guadagnato una certa posizione all'interno della Justice League, chi come me è più vecchierello lo ricorderà anche nei cartoni animati dedicati ai Superamici nella sua versione classica e pulita, molto distante da quella portata al cinema da Jason Momoa. Considerato spesso un personaggio un po' "sfigato" (è uno che come potere "parla con i pesci"), di recente lo scrittore Geoff Johns, inspiegabilmente coinvolto nella stesura di questo brutto soggetto, ha dimostrato come anche con Aquaman si possano ideare storie avvincenti e soprattutto divertenti, prendendosi un po' in giro e mettendo in campo quello che non dovrebbe mai mancare quando si racconta una storia: la capacità di narrare qualcosa di interessante. Qui dentro invece non c'è niente, se proprio dobbiamo trovare un pregio al film lo si può ricercare in alcune trovate visive realizzate usando una palette di colori molto vivaci e fluorescenti per ricreare il mondo sottomarino di Atlantide, il resto è da buttare senza riserve.


Jason Momoa, per quanto sia un bel figliolo, oltre a non rispecchiare l'immagine di Aquaman (ma questo ha poca importanza), non rientra nemmeno nell'immagine che si ha di un attore, magari accettabile per grugnire nei panni di Khal Drogo ne Il trono di spade ma poco interessante come protagonista principale di un film. Nessuna originalità nello sviluppo, personaggi secondari poco delineati, mere figurine con funzioni stilizzate (il cattivo, la compagna, la mamma lontana, etc... senza nessun approfondimento), non un singolo personaggio con un pizzico di carisma, attori come Willem Dafoe completamente sprecati, eppure non dovrebbe essere così difficile, anche in casa Marvel i cinecomics non sono dei capolavori, ma mediamente da quelle parti si sfornano film quantomeno godibili. Per quel che riguarda la Distinta Concorrenza, visto che su 7/8 film prodotti per il loro universo condiviso se ne salva al momento giusto uno (Shazam!), forse è lecito non attendersi più nulla dalle prossime uscite, chissà se questo pressapochismo porterà allo sgonfiarsi di un genere cinematografico che almeno da queste parti, in termini qualitativi, sembra mostrare abbondantemente la corda.

2 commenti:

  1. Visto giorni fa, purtroppo il problema della DC è che i suoi supereroi, a parte alcuni, sono pressoché banali...

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    1. Ciao Pietro, io credo che il problema stia in chi realizza il progetto e le idee che ci mette dentro. Pensiamo a Pantera Nera, non uno dei migliori film Marvel ma decisamente meglio di questo Aquaman. Personaggi simili, entrambi re di uno stato nascosto e tecnologico, figli di ex sovrani, in conflitto con parte del proprio popolo, si può lavorate sulle dinamiche interne e quelle esterne, in questo forse Aquaman ha anche più potenzialità. Eppure... Pensando ai comics anche personaggi minori in mano allo scrittore giusto hanno dimostrato grande potenziale, Animal Man con Morrison, Swamp Thing con Moore, Constantine con Delano e gli esempi sarebbero molteplici. Basterebbe avviare un progetto quando c'è un minimo di struttura e tenere le porcherie nel cassetto...

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