venerdì 19 gennaio 2024

MALARAZZA

(di Samuel Marolla, 2009)

Recupero d'annata di un ottimo episodio all'interno di una collana da edicola che è durata poco più d'un momento; il Malarazza di Samuel Marolla, scrittore nostrano non dedito solo alla letteratura e sconosciuto ai più, si è rivelata una lettura sorprendente, sinceramente non mi aspettavo che nel panorama del racconto breve a tema horror italiano potesse esserci qualcosa capace di rivelarsi così stuzzicante pur senza essere rivoluzionario né troppo innovativo. La collana a cui si fa riferimento poco sopra è la linea Epix pubblicata da Mondadori, un'iniziativa che si andava ad affacciare nel panorama delle edicole alla fine del primo decennio del nuovo millennio affiancando pubblicazioni arcinote come i classicissimi Urania o Il giallo Mondadori. Poco più di una dozzina di titoli all'attivo con la missione di andare a pubblicare scritti vicini all'horror e alle varie declinazioni del fantastico tralasciando ovviamente la fantascienza già appannaggio della collana madre Urania. L'ottava uscita del lotto propone proprio il Malarazza di Marolla, autore che vanta esperienze anche nel mondo del fumetto con in curriculum alcune sceneggiature per le collane Dampyr e Zagor di casa Bonelli e varie sortite nel campo dei giochi di ruolo; oggi purtroppo Marolla risulta un poco sparito dagli scaffali di edicole e librerie.

Malarazza è una raccolta di tredici racconti di ambientazione italiana, le influenze sono le più disparate e Marolla è bravo nel tenere, tra alti e bassi, comunque sempre desta l'attenzione del lettore il quale viene catturato fin dal primo racconto che porta il titolo di "La Carne", succoso antipasto (è proprio il caso di dirlo) che predispone al meglio chi si appresta ad affrontare la lettura dell'intera antologia. Con "La pista ciclabile" arriva la prima vera chicca del libro con la quale Marolla esibisce un'ottima capacità di creare atmosfere e soprattutto immagini inquiete, lo stile di scrittura, che a tratti mi ha ricordato in qualche modo quello di Ammaniti, è evocativo, immaginifico il giusto, divertente quando serve ma capace anche di metterti addosso la giusta strizza nei passaggi salienti, il riferimento è soprattutto al racconto "Sono tornate", magari non sempre originalissimo ma orchestrato alla perfezione e dotato di quella sana tendenza a istigare disagio, pieno di quella verve in grado di non lasciare il lettore mai del tutto rilassato, un racconto con due protagoniste, due agghiaccianti gemelline, che torneranno a tormentarvi anche a libro chiuso, a  parer di chi scrive la carta migliore del mazzo. È innegabile come alcuni episodi essendo brevissimi lascino magari meno il segno di altri, la qualità media è però davvero alta, cosa che di per sé per un'antologia non è così scontata e che quindi diventa pregio non da poco. Il racconto "Tè nero", che mostra una vena visionaria non banale, è stato pubblicato in diverse raccolte a tema horror e ha fruttato a Marolla diverse menzioni, è qui tra le ultime cartucce sparate nel libro (penultimo racconto), nel mezzo altri episodi interessanti che non mancano di intrattenere a dovere. Malarazza uscì in un'edizione molto economica e, a differenza di altri titoli della stessa collana, esibiva anche una copertina riuscita che era un bel sunto dei contenuti che si potevano trovare nel libro, un'iniziativa che con i tempi che corrono oggi forse non sarebbe più possibile tentare.

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