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Grant Morrison è uno scrittore visionario dalle idee originali e spesso poco lineari.
Ha rivoluzionato il mondo degli
X-Men con storie i cui strascichi sono ancora ben visibili nelle gesta attuali del gruppo, ha donato popolarità a personaggi come
Animal Man e al gruppo della
Doom Patrol, ha creato serie originali come
The Invisibles e molte altre, alcuni suoi scritti sono al limite del comprensibile (
The filth) altri, meno riusciti, più canonici e convenzionali (
Sebastian-O).
Negli ultimi anni si è dedicato a
Batman creando un grande progetto il cui sviluppo si è dipanato mese dopo mese sulle pagine di
Batman, su quelle della miniserie
Final Crisis e su quelle della nuova serie
Batman and Robin. Il tutto passando per lo splendido story-arc
Batman R.I.P.
Leggere
Grant Morrison non è sempre facile. Spesso chi non ha la passione per il fumetto crede che dedicarsi alla lettura di uno di questi non richieda nessun impegno o concentrazione.
Prendi l’ultimo numero di
Batman, venti minuti lo leggi e vaffanculo. Non è così. Non sempre, chiaro che spesso si tratta di semplice intrattenimento, puro divertimento.
Con
Morrison raramente lo è. C’è l’intrattenimento, c’è il divertimento ma c’è anche molto altro.
Nel caso specifico c’è un progetto a lungo termine per realizzare il quale
Morrison ha disseminato le sue storie di misteri e di indizi per risolverli, ha sovvertito alcuni punti fermi del personaggio ribaltandoli anche solo temporaneamente, ha inserito la sua storia nella Storia molto più ampia di un character che è in circolazione dal 1939, un personaggio che, come afferma lo stesso Morrison “è più reale di me in quanto è al mondo da prima che io nascessi e ci sarà ancora dopo che sarò morto”.
Ha mischiato le carte, ha creato nuovi personaggi e ha lasciato un segno che di certo entrerà nella storia di una delle maggiori icone del mondo del fumetto. Ha creato l’evento e l’ha smontato in maniera quantomeno coerente.
Soprattutto ha scritto delle storie dannatamente coinvolgenti con il merito (suo o non suo questo di preciso non si sa) di essersi avvalso della collaborazione di ottimi disegnatori. Una bella storia lascia sempre il segno ma nel mondo dei comics anche l’occhio vuole la sua parte.
Morrison ha iniziato questa cavalcata in maniera soft, lanciando qualche accenno qua e là e dedicando del tempo anche alla figura del
Joker rinnovandola con un racconto in prosa illustrato in maniera eccelsa da
John Van Fleet. Alcuni elementi che svilupperà in seguito nella sua run sul cavaliere oscuro risalgono addirittura alla maxiserie
52.
Gli elementi più significativi sui quali lo scrittore si concentra inizialmente sono i tre Batman demoniaci, il Club degli eroi e l’avvento del Guanto nero.
In una lunga successione di eventi che porteranno ad avere un
Bruce Wayne turbato come
poche volte prima d’ora, Bats deve affrontare una distorta versione di se stesso che richiama il supercriminale
Bane. Elementi demoniaci e demonologici cominciano ad affiorare nella serie e con il passare dei numeri assumeranno importanza sempre maggiore. Ne è chiaro e simbolico esempio il numero 666 di
Detective Comics ambientato in un futuro pessimistico.
Splendida la sequenza con il
Club degli eroi illustrata in maniera magnifica da
J. H. Williams III. Sembra un mistero della stanza chiusa, un gruppo di eterogenei eroi provenienti da tutto il mondo bloccati insieme su un’isola. Bloccati insieme alla morte.
Questa non è solo una splendida sequenza ma la perfetta introduzione per l’associazione chiamata Guanto nero che caratterizzerà anche i numeri a venire scritti dallo scozzese.
Inquetante la figura del
Dottor Hurt coinvolto con un vecchio esperimento al quale
Batman si sottopose anni addietro. Tutto questo cosa ha a che fare con Il Guanto nero e con i tre Batman demoniaci? Tutti questi avvenimenti cominciano a minare la sanità mentale di Bruce, il quale coinvolge nelle sue paranoie anche la sua ultima fiamma
Jezebel Jet.
Grande anche il lavoro effettuato su
Damian Wayne, figlio di Bruce e Talia Al Guhl. Il ragazzo, ribelle e indisciplinato, comincia ad apprezzare sempre più la figura del padre e la sua missione.
Questo scatena anche qualche gelosia da parte di
Tim Drake, l’attuale Robin. Intanto intorno al Guanto Nero cominciano a ruotare pessimi elementi. L’associazione mette in atto alcune mosse che coinvolgono il Joker, Bruce Wayne e la sua nuova fiamma.
L’attacco del Guanto al cavaliere oscuro è imminente, l’identità segreta di
Batman in pericolo come la sua vita. La resa dei conti porterà a un drammatico finale nel quale saranno coinvolti anche
Robin e
Nightwing.
Nel frattempo il prolifico Grant si occupa anche del maxievento che coinvolge tutti i personaggi del DC Universe:
Final Crisis. Una miniserie non completamente riuscita, a tratti molto confusa e poco chiara. Eppure anche lì
Morrison lavora sul suo
Batman, togliendolo dalle scene per mano di
Darkseid.
Morrison si prende una pausa e altri autori si occupano delle conseguenze della morte di
Batman, e della successiva “
Battaglia per il mantello”. Chi può sostituire il pipistrello nel compito di difendere Gotham. La risposta è la più semplice:
Dick Grayson, il primo
Robin.
Sarà lo scrittore
Judd Winick a far muovere i primi passi al nuovo
Batman, un
Batman diverso, meno cupo, più solare e più incline ad assecondare le necessità dei tutori della legge. Un Cavaliere oscuro meno oscuro e più amichevole. Le differenze non passeranno inosservate.
Morrison ritorna e porta con se una serie nuova di zecca:
Batman and Robin. Anche i protagonisti non sono i soliti:
Batman non è
Bruce Wayne ma
Dick Grayson, dietro la maschera di
Robin invece troviamo il ribelle
Damian Wayne.
Nata come serie limitata nella quale ogni story-arc doveva essere composto da tre numeri e realizzato da un diverso disegnatore, negli U.S.A. la serie è stata prolungata grazie al buon successo ottenuto.
Le tematiche affrontate sono molte. Il peso del ruolo sulle spalle di Dick, le difficoltà di gestione di un personaggio di certo non facile come il nuovo Robin, la fiducia da conquistare sulle persone che vedono in questo Batman una persona che non conoscono. Centrale come sempre il personaggio di
Alfred, consigliere, medico, maggiordomo e coscienza.
Un
Batman più positivo viene egregiamente illustrato nel primo trittico di albi dal bravissimo
Frank Quitely che ne dà una visione decisamente colorata, da alcuni definita camp, in netta contrapposizione al
Batman dark al quale eravamo abituati. Ottima la sua prova che rinnova i personaggi, Gotham City, la Batmobile e in generale l’immaginario della serie.
Lo scrittore inserisce nella serie nuovi villains, alcuni dei quali torneranno più volte, e comincia nuovamente a creare nuove simbologie e a disseminare indizi.
Mr. Toad, il
Professor Pyg, i Bamboltroni, il ritorno di
Cappuccio Rosso e gli omicidi contraddistinti dalle tessere del domino lasciate sui cadaveri.
Misteriosi e bizzarri personaggi come
Oberon Sexton, scrittore inglese, irrompono sulla scena, una scena che si complica ulteriormente quando la saga del pipistrello si interseca con quella della
Notte più profonda. Un saga durante la quale gli eroi morti prendono vita. Eroi morti?
Bruce Wayne?
Tra cadaveri, nuovi incontri e vecchie alleanze, pozzi di Lazzaro e cloni, resurrezioni sacrileghe l’interrogativo che comincia a serpeggiare è il seguente: il ritorno di
Bruce Wayne è possibile?
Morrison introduce una schiera di antagonisti organizzati in quella che sembra una gerarchia legata alla demonologia. Chi sono i 99 demoni? Si vocifera dell’avvento di un terrificante avversario. Il demone supremo? Che legame c’è tra i demoni e le tessere del domino?
Il dinamico duo, quello nuovo, torna a incrociare la strada del Guanto nero, ossessionante e misteriosa presenza che continua a tornare nelle storie di
Batman.
Oberon Sexton continua a essere coinvolto nelle vicende dei due eroi e anche lui nasconde i suoi segreti, segreti non da poco.
Il raggio Omega di
Darkseid ha davvero ucciso
Batman o, come sembra sempre più probabile, l’ha spedito a spasso nel tempo?
Per scoprirlo non resta che indagare nel passato di Villa Wayne, in quello della dinastia di Bruce. Se il più grande detective del mondo fosse stato catapultato nel passato non avrebbe lasciato degli indizi per favorire il suo salvataggio.
Il demone pipistrello incombe, i nuovi sviluppi porteranno la serie a collegarsi direttamente a ciò che è accaduto in
Final Crisis. Se
Bruce Wayne è intrappolato nel tempo cosa gli è successo mentre i nuovi difensori di Gotham affrontavano la situazione?
Le risposte arriveranno nella nuova miniserie in corso di pubblicazione sul mensile del cavaliere oscuro:
Batman: Il ritorno di Bruce Wayne.
Una sequenza di episodi pensata da
Morrison fin nei minimi dettagli. Ogni pezzo che va al suo posto concorre a far apprezzare al lettore sempre più questa saga stratificata nei riferimenti e sempre coinvolgente.
Alle matite artisti di spessore quali i già citati
Quitely e
Williams III ma anche
Kubert,
Irving,
Stewart e
Tan tutti all’altezza della situazione. Una menzione particolare per
Tony Daniel che si è occupato della parte grafica di una delle sequenze migliori dell’intera gestione:
Batman R.I.P.
Il talento di
Grant Morrison è noto ai fan dei comics, questa ne è la definitiva conferma.