sabato 4 giugno 2011

NEL PAESE DELLE CREATURE SELVAGGE

(Where the wild things are, di Spike Jonze, 2009) 

Questo film è stato una valida alternativa al classico cartone animato o film d’animazione che dir si voglia, che solitamente guardiamo insieme alla nostra bimba che da poco ha compiuto cinque anni. Devo dire che inizialmente avevo qualche dubbio al riguardo. Spike Jonze è il regista di Essere John Malkovich (già che ci siamo ve lo consiglio) e de Il ladro di orchidee, film che non ho mai visto. Poteva un suo film essere adatto alla visione da parte di una bimba di cinque anni? Inoltre i pupazzi protagonisti della vicenda avevano un’aria vagamente inquietante. Poi questo film mi fu consigliato anche da Luigi che mi rassicurò fugando i miei dubbi. Così ieri abbiamo finalmente deciso di guardarcelo.
   
La visione è stata decisamente piacevole sia per me che per Laura che ha anche partecipato con trasporto in occasione di alcune sequenze elargendo ammonimenti e consigli agli strambi pupazzoni, abitanti del paese delle creature selvagge. I temi toccati dalla pellicola sono tutt’altro che banali, probabilmente anche molto vicini a un discreto numero di ragazzi che contano qualche primavera in più rispetto alla mia bambina. Ci sono solitudine e disagio alla base di questa storia tratta dal libro di Dave Eggers che stranamente è composto unicamente da una manciata di frasi a corredo di alcune pagine illustrate. Solitudine e disagio spesso sfogate tramite una forte aggressività da parte di Max, il bambino protagonista del film, che cresce in una famiglia dove non è presente la figura paterna, la madre è impegnata con il suo lavoro e la sorella maggiore trascura il fratello più piccolo per uscire con i suoi coetanei. Una sera la madre porta a casa Mark Ruffalo, un amico la cui presenza Max non accetta di buon grado. Ne nasce un diverbio al termine del quale Max scappa di casa. Nel suo vagare il bambino raggiunge le sponde di quello che inizialmente sembra un fiume dove trova attraccata una piccola barca.
   
Con questa, al termine di un viaggio dal sapore irreale, Max approda su di una terra sconosciuta popolata da grosse creature del tutto particolari. Max incontra questi strani esseri in un momento difficile. Il loro gruppo si sta sfaldando a causa del senso di solitudine e della tristezza. Una di loro, KK, ha già lasciato il gruppo e Carol, uno degli strani esseri al quale Max si legherà maggiormente, comincia a patire la cosa. Per ricreare l’armonia nel gruppo Max fa credere a tutti di essere un re in grado di sistemare le cose per il meglio. Ma la gestione dei caratteri di questi grossi esseri, dei loro desideri e delle loro paure non è sempre così semplice. E anche qui l’aggressività è dietro la porta. Max si troverà così a gestire situazioni difficili speculari a quelle che lui stesso provocava in casa sua durante i frequenti scatti di rabbia. Una bella riflessione a portata dei ragazzi e situazioni non estranee neanche al mondo degli adulti. Ottima la messa in scena e la realizzazione di questi grossi pupazzi creati senza l’ausilio del computer ma in maniera tradizionale e del tutto artigianale. A ciò si uniscono scenografie e fotografia di grande suggestione. Sicuramente una scelta coraggiosa da parte del regista e della produzione che si è dimostrata vincente per la sua originalità e per la sua buona riuscita. Una favola più matura del solito godibile a tutte le altezze.
   

2 commenti:

  1. Sono davvero contento che vi sia piaciuto. C'è da dire che, a mio modesto avviso, molti contenuti e molti temi trattati sono molto più "utili" ai giovani. Ai più grandicelli serve in qualche modo a guardare il rapporto con i più piccoli, in una nuova piccola chiave. Utile in ogni caso.

    P.S.: In realtà la novella dalla quale è tratto il film è di Maurice Sendak (molto breve ma al quale ti consiglio di dare un'occhiata anche solo sul web). Dave Eggers e Spike Jonze ne hanno poi in effetti riscritto l'adattamento.

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  2. Sì, ci è piaciuto (un po' meno a mia moglie). Grazie per la segnalazione e per la precisazione sul testo di Sendak.

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