(The grass is greener di Stanley Donen, 1960)
Quando le commedie romantiche si giravano con garbo, ironia e godevano dell’interpretazione di grandi attori. Si fa ancora così? Forse si, sarà che ci troviamo di fronte a quello che non è il mio genere d’elezione però raramente rimango soddisfatto dalle commedie moderne.
Devo ammettere che preferisco di gran lunga i drammi, magari la colpa è anche un poco mia.
Da dove partiamo? Partiamo da Stanley Donen. Noto principalmente per le sue commedie musicali, il regista è sinonimo di garanzia. Firma con Gene Kelly Un giorno a New York e il bellissimo Cantando sotto la pioggia, suoi anche i successi Sette spose per sette fratelli, Arabesque e Sciarada.
In questa pellicola il regista mette in scena due star del calibro di Cary Grant e Robert Mitchum. Proprio il confronto tra questi due attori risulta essere l’elemento di maggior interesse del film. Le due attrici, Deborah Kerr e Jean Simmons, soccombono alla bravura dei due protagonisti maschili.
E’ un periodo di magra per i coniugi Ryhall (Grant e Kerr), la loro nobile famiglia inglese non naviga nell’oro e così alla coppia non resta che aprire al pubblico la loro bellissima residenza.
Proprio in una di queste visite il signor Delacro (Mitchum) entra apparentemente per errore nelle stanze private dei coniugi e vi incontra la signora Ryhall. Da qui inizia una corte serrata dell’uomo nei confronti della padrona di casa.
Una bella sferzata di vita in un menage matrimoniale ormai stanco, la signora Kerr si mostra infastidita ma anche lusingata, Delacro insiste e Victor (nome del signor Ryhall) subodora qualcosa.
Insomma, il giorno seguente la signora Ryhall con una scusa si reca a Londra e vi incontra proprio Charles Delacro. Victor capisce di rischiare di perdere sua moglie ed escogita un piano per correre ai ripari.
Trama che più lineare non si può, attori in stato di grazia, scambi di battute ironici e pungenti e qualche momento in cui si osa qualcosa che all’epoca non era così scontato.
Nella sequenza londinese vengono inquadrati vari luoghi nei quali i due nuovi amici potrebbero trovarsi e inevitabilmente il regista ce li mostra vuoti.
Si finisce nella camera d'albergo del signor Delacro ma prima che la telecamera riesca ad entrarvi la porta si chiude. Non si mostra ovviamente nulla ma il regista ci dice chiaramente cosa sta succedendo.
Come già detto restano impagabili i duetti Grant/Mitchum, le scenografie ci riportano indietro nel tempo e si assapora al meglio quella che è una delle magie del cinema: il salto nel tempo e nello spazio.
E pensare che questa (forse) non è neanche una delle migliori commedie del periodo.
Prima o poi (come direbbe il buon Luigi Bicco) recupererò tutto questo deecennio di cinema, che ho sempre snobbato.
RispondiEliminaUn decennio docve in mezzo c'è roba, tra gli altri, di gente come Hitchcock e Kubrick.
E allora tornerò qua a rileggere questi post.