mercoledì 1 gennaio 2020

IL LIBRO DEI MORTI VIVENTI

(Book of the dead a cura di John Skipp e Craig Spector, 1989)

Visto il continuo calo qualitativo del serial The Walking Dead, che oscilla ormai tra il soporifero e l'irritante, e la dipartita da qualche annetto di George Romero, i fan dei morti viventi sono costretti a orientarsi verso altri lidi per la loro dose periodica di carne putrefatta. Un'ottima alternativa potrebbe essere il recupero di questa antologia datata 1989 e curata da Skipp e Spector che raccoglie una serie di racconti a tema realizzati da noti (più che altro oltreoceano) scrittori d'horror e fantascienza. I nomi coinvolti in questa interessante iniziativa saranno magari familiari ai fan del genere ma, salvo alcune eccezioni, parliamo di autori le cui opere sono per la maggior parte inedite nel nostro paese, eccezion fatta per un paio di pezzi da novanta di fama universale. Sulla copertina del libro campeggia enorme il nome di Stephen King, traino commerciale infallibile, non compare invece quello di Joe R. Lansdale che probabilmente all'epoca della pubblicazione del libro da parte di Bompiani ancora non godeva qui da noi della fama che oggi accompagna lo scrittore texano. C'è da dire che la qualità media si rivela più che soddisfacente, davvero poche le cadute di tono per una serie di racconti che va a comporre una lettura davvero piacevole. Nelle intenzioni dei curatori del libro c'era quella di spostare un poco l'asticella per quel che riguardava il racconto di zombie sul finire degli anni 80, non necessariamente verso l'alto avendo come modello e predecessore George Romero, uno difficile da scavalcare, ma andando a spostare l'asticella almeno lateralmente, spesso virando al truce e sconfinando nel genere definito splatterpunk, roba da cruda macelleria. Questo scarto non è presente in tutti i racconti ma le sequenze forti non mancano, fermo restando che gli autori più noti non si discostano (fortunatamente) dal loro solito modo di narrare. Ma vediamo in concreto cosa offre questa raccolta.

Dopo una prefazione a opera dello stesso Romero e un'introduzione dei due curatori, l'apertura è affidata al breve racconto Fioritura di Chan McConnell, autore forse tra i meno noti del lotto. Come in altri racconti il morto vivente qui gode ancora di un minimo di coscienza e di autonomia nelle azioni, l'impianto del racconto non offre nulla di realmente eccezionale ma è una buona presentazione, breve e truce al punto giusto per mettere il lettore nella giusta predisposizione d'animo per affrontare il resto della lettura. Richard Laymon con La mensa ci presenta una sorta di thriller con serial killer che coglie nel segno, un racconto buono per una trasposizione su pellicola. Meno interessante il racconto di Ramsey Campbell che ci traghetta verso Parto in casa di Stephen King, racconto più corposo dove emerge lo stile del re e dove una debole donna dovrà fare i conti con la sua indecisione in un mondo ormai finito sottosopra. Non stona vicino al racconto del re quello di Edward Bryant Un triste ultimo amore allo snack dei dannati, provincia americana e atmosfere kinghiane per un racconto molto classicheggiante. Scelte di Glen Vasey offre una narrazione più introspettiva che mette il protagonista di fronte a quello che un uomo scopre di essere nel momento del pericolo e dell'emergenza, uno dei fondamenti che aveva reso così interessanti le prime stagioni di The Walking Dead. Segnalazione particolare per Meno di Zombi (Less than zombie) di Douglas E. Winter che riprende in chiave non morta il celebre romanzo di Bret Easton Ellis Meno di zero, con una compagnia di amici senza valori apatici anche nei confronti di un mondo andato in malora, esperimento decisamente sfizioso. Parecchio riuscito anche il più lungo Come cani di Pavlov di Steven R. Boyett dove un'ecosfera autosufficiente nata per scopi scientifici si trova a essere uno dei baluardi della civiltà come la conoscevamo prima dell'avvento dei morti. Sassofono di Nicholas Royle vede uno dei morti più coscienti e consapevoli del lotto muoversi in uno scenario post bellico dell'est Europa. Lansdale non delude, fin dal titolo, Nel deserto Cadillac con i morti: un cacciatore di taglie e un farabutto nel mondo posteriore alla guerra tra Cadillac e Chevrolet devono affrontarsi e affrontare un nuovo culto, fatto di suore arrapanti, zombie ammaestrati a lodare il Signore e il loro capo, fratello Lazzaro, in cerca di una cura per il problema dei non-morti. Interessante Rischiamorto di Brian Hodge che trasporta gli zombi nel mondo dei quiz a premi televisivi; si chiude con il più "romantico" Mangiami di Robert McCammon, bel finale per una raccolta davvero riuscita.

Il libro dei morti viventi è un'antologia imperdibile per i fan degli zombi ma in generale una lettura piacevole per tutti gli amanti dell'horror e un modo per conoscere autori meno noti, purtroppo poco reperibili in italiano.

2 commenti:

  1. In genere non amo moltissimo le raccolte scritte a più mani, ma ci sono autori che amo come King, Laymon, McCammon e Lansdale, che mi sollucherano molto.
    Non ho un grande rapporto con Campbell che scrive horror troppo sottili e complessi per le mie corde, ma mi pare una raccolta con delle ottime firme.
    Ci farò un pensierino.

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    Risposte
    1. Io te la consiglio, la qualità media mi è sembrata molto buona, tieni conto che anche io non sono un fan delle antologie, se già ti attirano quei nomi io me la procurerei.

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