(di Harry Bradbeer, 2020)
Mettiamo fin da subito le carte in tavola, con Enola Holmes andiamo a parlare di un film rivolto ai ragazzi e pensato per loro, che poi Netflix nelle intenzioni volesse raggiungere il pubblico più vasto possibile (cosa che tra l'altro sembra gli sia riuscita) è un altro discorso che qui non interessa, è quindi in quest'ottica che andiamo a esaminare questo prodotto. Enola Holmes non è certamente il primo film che guarda all'immaginario creato da Conan Doyle con uno sguardo alternativo, ogni generazione sembra destinata ad avere la sua versione cinematografica di Holmes da legare agli anni dell'adolescenza, per i miei coetanei è stato indubbiamente il giovane Sherlock di Piramide di paura, per i nostri figli potrebbe essere proprio questa Enola Holmes, che altri non è se non la sorellina minore di Sherlock e Mycroft. È un diritto dei ragazzi che ci siano film a loro rivolti e che questi siano curati e costruiti per venire incontro alle loro esigenze, sotto questo punto di vista Enola Holmes assolve bene al suo compito, se alcune caratteristiche del film potrebbero annoiare un adulto - le ripetizioni, gli escamotage faciloni, il tradimento della figura di Sherlock - queste passano in secondo piano per un giovane alla ricerca di figure coetanee con le quali immedesimarsi o empatizzare, ed è proprio sotto questo aspetto che il film funziona al meglio.Mycroft (Sam Claflin) e Sherlock (Henri Cavill) ormai da tempo hanno intrapreso le loro carriere, nella magione un poco decadente di Ferndell Hall la giovane Enola Holmes (Millie Bobby Brown) cresce con l'amata madre Eudoria (Helena Bonham Carter) che per la figlia ricopre anche le veci di istitutrice instradandola verso un'educazione molto completa ma decisamente anticonvenzionale per l'epoca, divisa equamente tra grandi scorpacciate di letteratura, lezioni di autodifesa e conoscenza delle discipline più disparate, sopra a tutto la madre insegna a Enola l'indipendenza e l'autostima e le inculca la convinzione di poter divenire ciò che vuole senza attenersi a regole prestabilite da altri. Al compimento del sedicesimo anno di età Enola viene apparentemente abbandonata dalla madre che lascia alla figlia un regalo che si rivelerà contenere una serie di indizi utili per ritrovarla; per l'occasione fanno ritorno a casa i fratelli maggiori Sherlock, intenzionato a cercare la madre, e Mycroft ora tutore legale della sorellina, uomo vecchio stampo che vorrebbe per Enola un bel collegio e un'educazione tradizionale, in barba ai desideri della ragazza. Interpretati gli indizi lasciati dalla madre, Enola fuggirà da casa lanciandosi alla ricerca della donna, durante il suo viaggio si imbatterà nel giovane Tewkesbury (Louis Partridge), marchese di Basilwether, altro ragazzo in fuga ma con un killer alle calcagna. Tra la ricerca della madre, l'inopportuna ottusità di Mycroft nei suoi confronti e l'affetto per il giovane nuovo amico che Enola sente di dover aiutare e proteggere, la ragazza una volta arrivata a Londra avrà il suo bel da fare.
Enola, che al contrario si legge alone, è una ragazzina sveglia e indipendente, educata appunto a cavarsela da sola, porta il volto di Millie Bobby Brown già idolo dei ragazzini (e di molti adulti) grazie al ruolo di Eleven nel serial Stranger Things, si è andati abbastanza sul sicuro quindi cucendo il film addosso a questa giovane e brava attrice il cui personaggio risulta essere l'unico scritto in maniera degna mentre tutto il coté che gira a lei intorno è superficialmente tratteggiato, a partire dall'ingombrante figura di Sherlock, poco vicina alla tradizione e interpretata da Cavill a dire il vero senza molta energia. La rottura della quarta parete da parte della protagonista che ammicca molto spesso al suo pubblico (forse anche troppo) dimostra ormai da parte della Brown una scafata confidenza con la macchina da presa, l'escamotage unito alla regia abbastanza briosa dell'esordiente Harry Bradbeer (che però ha molta, molta televisione alle spalle) aiuta a mantenere il film adeguatamente vivace anche per un pubblico meno in target (gli adulti) sebbene per questi ultimi non sia esente il rischio noia. L'impianto è molto volto al femminile, con un messaggio di rivendicazione di libertà e forza che può servire sia alle giovani ragazze per avere dei modelli positivi con i quali riconoscersi sia ai ragazzi che è bene si abituino a vedere non solo eroi ma anche eroine capaci di portare avanti da protagoniste storie avvincenti per un adolescente. Ottima la confezione: scenografie, costumi e la creazione delle location, rimandano allo spettatore l'impressione di un prodotto curato e realizzato con professionalità.
Enola Holmes è tratto da una serie di romanzi, The Enola Holmes Mysteries di Nancy Springer, visto il buon riscontro di critica e pubblico sulla piattaforma, non stupirebbe vederne realizzato un sequel in tempi brevi, tutto sommato per il pubblico dei più giovani non potrebbe che essere una buona notizia.
Per me la versione di Holmes definitiva a livello di giovinezza resta quello di Piramide di paura del 1985. Magari a questa ci darò uno sguardo.
RispondiEliminaEh si, è generazionale, anche per me è quella anche se visto ora il film non mi sembra più così eccezionale. Per mia figlia probabilmente, in misura minore visto la mole di input che hanno i giovani oggi, potrebbe essere questa.
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