venerdì 3 febbraio 2023

LICORICE PIZZA

(di Paul Thomas Anderson, 2021)

Licorice Pizza è un prodotto strano per essere un film di Paul Thomas Anderson oppure è strano proprio perché di Paul Thomas Anderson? All'apparenza quest'ultima opera del regista californiano sembra essere ammantata da una leggerezza non usuale per il cinema del Nostro, eppure quello che poteva nel suo sviluppo rivelarsi come un classico coming of age, un film adolescenziale come già ne abbiamo visti molti, assume pian piano dei contorni (o ancor meglio li perde) del tutto peculiari, non definiti, come non è mai definita la storia d'amore (???) tra i due protagonisti, i bellissimi e per nulla belli Alana Kane (Alana Haim) e Gary Valentine (Cooper Hoffmann). C'è un senso di libertà e di potenzialità che pervade l'intero Licorice Pizza, protagonisti (tutti giovani) ancora di là da compiersi, con un futuro non ancora incanalato, pieno di incognite e promesse nonostante davanti a loro ci sia ad aspettarli non proprio uno dei decenni più facili della storia americana contemporanea (siamo nel '73). Lo stesso senso di libertà si respira nella struttura adottata per narrare la sua storia da Paul Thomas Anderson, uno che di esperimenti ne ha già fatti diversi, l'idea di non tracciare nulla che possa avere l'apparenza del "definitivo" accompagna con coerenza il rapporto di questi due ragazzi che non poggia su basi solide, su dichiarazioni chiare, su un legame definito e continuativo bensì su quello che è un continuo rincorrersi, un andare uno incontro all'altro sottolineato in un paio di sequenze molto belle, un andare uno dietro l'altro in altri passaggi, corse e rincorse che trovano diversi punti di contatto, di congiunzione, tra due personaggi dai caratteri diversi, dalle vite diverse, dalle età parecchio diverse.

Gary Valentine è un'adolescente con una piccola carriera da attore già avviata, è un tipo aperto che si lancia nelle cose senza stare a pensarci troppo; il giorno in cui nel suo liceo si scattano le foto per l'annuario scolastico Gary conosce Alana, l'assistente del fotografo. La ragazza ha una decina d'anni più di lui e Gary ne rimane abbagliato, tenta quindi un approccio sfrontato chiedendole di uscire, lei rifiuta ma si legge tra le righe un interesse per quel ragazzo così aperto e solare, un interesse che sfocerà in un'altalenante amicizia che sembra spesso poter essere qualcosa di più, Alana seguirà così il suo nuovo amico in giro per gli States in occasione di alcuni provini e poi si renderà disponibile a imbarcarsi in diverse avventure nelle quali Gary con entusiasmo si getta a capofitto, dalla vendita di innovativi materassi ad acqua alla gestione di una moderna sala giochi con tanto di flipper, la novità del momento, Gary riuscirà anche a convincere Alana a provare la strada del mondo dello spettacolo ottenendo per lei un provino nell'ultimo film della star Jack Holden (Sean Penn). Tutto questo in un'America afflitta dalla crisi del petrolio e nella quale va in scena in maniera grottesca la decadenza della grande Hollywood che fu.

Fin dal titolo del film, non così immediato da cogliere se non per i fini conoscitori della cultura americana del periodo messo in scena da Paul Thomas Anderson, è chiaro il forte desiderio di tornare a un'altra epoca, Licorice Pizza era infatti una catena che vendeva dischi in vinile (le pizze alla liquirizia) in auge nella California degli anni 70; in questo il lavoro del regista è fenomenale, Paul Thomas Anderson ci trasporta di peso in un'altra epoca, che tra l'altro non è nemmeno la sua, in una storia in parte sincera e plausibile in parte sognante (un adolescente potrebbe davvero gestire una sala giochi?) dove i due protagonisti sono il centro del (loro) mondo, non sono belli, non sono definiti, non sono ricchi, non sono forse nemmeno convinti di che direzione far prendere al loro rapporto eppure sono vivissimi, veri, sono il centro di uno sguardo indulgente e innamorato su un'adolescenza (o giovinezza se si pensa ad Alana) ancora capace di piccole o grandi meraviglie (guidate voi un camion senza benzina in retromarcia sulle strade in discesa della California), sguardo in contrasto a quello grottesco su una generazione decadente, qui ben radicata nel mondo del cinema, che ridicolizza se stessa, bellissimi in  questo senso i personaggi di Bradley Cooper nel ruolo del produttore John Peters (marito della Streisand), qui un vero coglionazzo, o quelli dell'accoppiata Sean Penn/Tom Waits, per non parlare di Jerry Frick (John Michael Higgins) e del suo giapponese. Licorice Pizza non si dipana con compattezza narrativa, segue invece nel suo andamento quello un po' discontinuo, un po' a scatti, della relazione tra Gary e Alana, personaggi portati sullo schermo da due esordienti promettenti: Hoffman è il figlio di Philip Seymour (sperando che i geni non mentano), la Haim è una delle Haim, gruppo musicale californiano con già tre dischi all'attivo. Licorice pizza è un film classico ma anche no, coeso ma anche no, diverso ma anche no, nostalgico forse, ma forse anche no, indubbiamente tenero e caldo come un dolce ricordo, vero o fallace che sia ha poca importanza. 

12 commenti:

  1. Riconosco la bellezza formale del film, ma mi ha lasciata un po' freddina. Mi è sembrato un film fatto ad uso e consumo del regista, col quale non sono riuscita ad empatizzare.

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    1. A me è capitato con altri film di Paul Thomas Anderson ma non con questo, capisco il tuo punto di vista ma devo dire che a questo giro mi sono piaciuti molto anche i personaggi.

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  2. Io invece ho adorato questo film, che è stato il primo film visto dopo i mesi di allontanamento forzato a causa di assurde leggi che sappiamo (lasciamo stare). C'è una libertà, una voglia di tornare a un'epoca d'oro, l'essere giovani e spensierati (innamorati), potersela ancora giocare. Sembra un sogno, e io credo, è un film molto P.T.ANDERSON. Ho poi adorato vedere in scena il figlio di uno dei nostri miti, Philip Seymour (ci assomiglia molto). Romantico, a volte umoristico, e onirico, mi è piaicuto tanto. La cosa che mi è piaicuta poco è stato l'eccessivo gigionare della coppia Sean Penn/Tom Waits (ma ci sta). Da morire dal ridere le scene con il figo Bradley Cooper.

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    1. Si, Bradley Cooper fa morire. Non so se il film sia così tanto Paul Thomas Anderson, però sono d'accordo sulla tua analisi sulla voglia di tornare a un altro tempo, a sentimenti che a una certa età viviamo, se ancora ci sono, in maniera sicuramente diversa. Un ottimo film.

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  3. Avrai letto la mia recensione, e più o meno concordiamo, davvero un bel film ;)

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    1. Si, siamo sulla stessa lunghezza d'onda, anche io ho preferito questo a Il filo nascosto.

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  4. Una pellicola sorprendente, unica e straordinaria, Paul Thomas Anderson non si smentisce mai, è sempre un grandissimo regista e io lo adoro <3

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    1. Indubbiamente uno dei registi da seguire con grande interesse.

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  5. L'ho amato. Davvero, avrei visto ore e ore di questa storia.
    A me è piaciuta da morire.

    Moz-

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    1. Merito anche di personaggi molto indovinati a mio parere.

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  6. Un grande regista è colui che riesce a far apparire straordinarie le cose "normali". Questo film in apparenza non ha una trama, è esilissimo, sembra quasi senza senso... e invece racconta come pochi un pezzo di storia americana. Meravigliosi i due protagonisti. Immenso PT Anderson <3

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    1. È un bel pensiero questo, certo sarebbe bello capire anche com'è che certa gente è baciata da questi talenti... :)

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