lunedì 5 settembre 2011

COLOR TEX

Questo articolo è stato scritto per il sito fumettidicarta (e relativo blog)

Sembra proprio che in via Buonarroti il colore vada di moda più che in via Monte Napoleone.

Così negli ultimi tempi anche il baluardo della Sergio Bonelli Editore, il mitico Tex Willer è stato ricoperto da secchiate di colore.

La ristampa cronologica in quadricromia delle avventure del famoso ranger ha riscosso un incredibile successo arrivando alla sua conclusione dopo ben duecentotrentanove numeri, successo doppio considerando lo sforzo economico richiesto ai fan della serie per non parlare della mole di carta che i collezionisti in questione hanno dovuto sistemare nelle loro dimore.

In casa mia un’impresa del genere si sarebbe potuta considerare giusta causa di divorzio.

Da settembre Bonelli rilancia e, sempre in collaborazione con Repubblica, ristamperà a colori i vari speciali di Tex, quelli conosciuti da tutti come Texoni.

Devo dire che questa notizia mi ha parecchio intrigato, non avendo mai letto questi speciali prima d’ora questa sarebbe una buona occasione per recuperare il lavoro di grandi maestri del fumetto.

Le matite di alcuni di questi speciali sono infatti state affidate a gente come Galep, Carlos Gomez, Magnus, Joe Kubert, Ivo Milazzo, etc, etc.

L’unico dubbio rimane proprio quello legato al colore. Rimarrà ad alto livello la resa delle matite di tali maestri dopo il passaggio alla quadricromia?

Per avere un assaggio del Tex a colori mi sono impossessato del primo numero di una nuova collana dedicata ad Aquila della notte, altro nome con il quale è conosciuto il nostro buon tizzone d’inferno.

Parliamo di Color Tex, albo annuale di 160 pagine tutto colore che potete portarvi a casa al prezzo di 5,20 euro.


Partiamo in maniera inusuale dalla considerazione finale. L’impressione, mia personale per carità, è che Tex debba presentarsi ai suoi appuntamenti vestito d’un elegante bianco e nero. Niente di più niente di meno.

Però, però… per quello in fondo c’è la sua serie mensile che nessuno alla Bonelli si sognerà mai di convertire al colore.

Detto questo, il primo numero di questa nuova collana mi è sembrato un prodotto davvero ben confezionato.

Mauro Boselli, autore della storia, ci offre una finestra affacciata sul passato dei due celebri pard, Tex Willer e Kit Carson. Anzi, in questo caso Kit Carson e Tex Willer. Siamo nel deserto del Nevada ai tempi in cui Tex era un novellino, se pur già pericoloso, del corpo dei rangers e Kit Carson sfoggiava capelli, baffi e pizzetto di un bel nero privo di filamenti grigi.

Una trentina di pagine nelle quali veniamo a conoscenza della rivalità tra Carson e la famiglia fuorilegge dei fratelli King.

Un salto in avanti nel tempo ci riporta all’epoca nella quale siamo abituati a vedere agire il dinamico duo (aggettivo che nonostante l’età si può spendere anche per il prode Carson) e alla più classica delle storie di vendetta.

In compagnia di Kit e Tiger la trama si sviluppa grazie anche a qualche bel personaggio di contorno.

Quel che c’è di bello in Tex, in questo albo come in altri, è che tra le sue pagine si è sempre a casa. Questo numero è reso più movimentato proprio dal lungo flashback iniziale e da una specie di colpo di scena che proprio tale non può essere in fondo, mica siamo in un albo di supereroi (chi ha già letto la storia può comprendere).


Nonostante tutto i fan del ranger sono già in possesso delle coordinate per trovare in un albo del celebre pistolero quel che cercano e anche in questo caso non perderanno la strada di casa.

Ai disegni Bruno Brindisi che, mancando nei credits una voce apposita, immagino si sia occupato anche della colorazione.

Come dicevo prima, nonostante la mia preferenza vada al bianco e nero, il lavoro alle matite e ai colori di Brindisi è davvero buono. Siamo di fronte a un albo di 160 pagine dove è quasi naturale notare vignette più curate e altre meno ma nel complesso direi che proprio non ci si può lamentare. Decisamente d’impatto la prima parte dove possiamo ammirare un Tex dal volto giovane e privo dei segni del tempo e un Kit Carson nel pieno della sua giovinezza. Una coppia d’assi resa davvero bene da Brindisi, autore capace di infondere anche grande espressività ai volti dei vari protagonisti della vicenda. Terrore, apprensione, follia, dubbio tutti ben cesellati dalle matite e soprattutto assolutamente non ostacolati dall’uso del colore che supera la prova a pieni voti.

Altro bel lavoro è stato fatto sui paesaggi, tra le strade di Spokane Falls, sugli edifici e sui costumi nello splendore del technicolor come si diceva una volta al cinema.

Tirando le somme la prova mi sembra decisamente riuscita e buona la prima.

Aspetto con curiosità la ristampa dei Texoni per i quali probabilmente verrà usata una carta differente da quella usata per questo Color Tex. Vedremo se anche in quel caso si riuscirà a superare la prova colore.

3 commenti:

  1. Non sono un lettore di Tex.
    Ma, da una prima occhiata, direi che il colore non aggiunge nulla alle storie del ranger bonelliano... anzi.

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  2. No, infatti non aggiunge nulla, anche io lo preferisco in B/N. Però il lavoro di Brindisi non ne esce affatto male, essendo un albo nato a colori ci può stare. Ho dei dubbi sulla ristampa a colori dei Texoni che invece nascevano in B/N. Sono albi ai quali mi piacerebbe dare un'occhiata ma non so ancora se prenderli.

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  3. Sono un paio di settimane che sto aspettando di leggerlo. Ma con un bimbo appena arrivato, mi sa che i tempi si dilateranno a dismisura :)

    Vera la questione colore. Ma quando gli costa, in più, lasciar colorare l'albo a qualche studio professionale? Eppure il duecentesimo Nathan Never non era affatto male. Mah.

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