mercoledì 30 novembre 2011

BUONGIORNO LOS ANGELES

(Bright shiny morning, di James Frey, 2008)

Molto spesso, di fronte a opere provenienti dagli Stati Uniti d'America generalmente riconosciute come importanti o per lo meno influenti e ben riuscite, si usa riempirsi la bocca di Grande Romanzo Americano (magari tutto con le maiuscole). Ora, chi conosce una definizione ben precisa di GRANDE ROMANZO AMERICANO alzi la mano (o magari lasci un commento che ad alzare la mano da soli davanti al monitor potreste sembrare stupidi). Io non so chi conosce le caratteristiche necessarie a un romanzo per entrare nella suddetta categoria e, a parte l'essere americano, io non le conosco di sicuro. Eppure ci si imbatte in queste tre parole con discreta frequenza, le si userà sempre a proposito? E chi lo decide? Visto che i contorni della definizione mi sembrano labili ho deciso di prendermi la libertà di definire questo romanzo di James Frey Grande Romanzo Losangelino, giusto per rimanere sul modesto. Vero è che tutto il/i racconto/i è permeato dal sogno, quello Americano, quello di chi cerca una vita migliore, quello di chi cerca celebrità, quello di chi cerca la nuova Terra Promessa, quello di chi ancora non sa cosa cerca. Quello di chi è in cerca. Vero è anche che tutti questi sogni, concreti o meno che siano, convergono inevitabilmente a ovest, verso una delle aree metropolitane più estese degli Stati Uniti, quella della Los Angeles County. Non ci troviamo di fronte al classico romanzo lineare, le storie narrate si accavallano l'una sull'altra, inframezzate da brevi paragrafi che illustrano per sommi capi la storia della città di Los Angeles già El Pueblo de Nuestra Senora la Reina de Los Angeles de Porciuncula. Oltre alla storia della città e alle storie dei personaggi narrati in questo GRANDE ROMANZO LOSANGELINO, Frey apre grandi e gustose parentesi su tutto ciò che rende Los Angeles la metropoli che è, su tutto quello che attira in un moto perpetuo migliaia di Americani (e non solo) verso la città, su tutto ciò che fa nascere speranza, illusione, miraggio, sogno e su tutto ciò che molte volte, ma non sempre, le abbatte. L'industria del cinema, l'industria del porno, il mondo della moda, il mondo dei senzatetto, la vita dei Vip, quella dei membri delle gang, il clima sempre perfetto, la piaga del traffico perenne, il mare e il surf, le colate di cemento e le grandi autostrade, l'amore, la violenza. Un coacervo di fattori che ogni anno fungono da richiamo per gente e per nuove storie. E la città continua a crescere. Sul lungomare di Venice, Old Man Joe sopravvive. Vive nei pressi dei cassonetti e passa la notte in un bagno all'esterno di un locale. Il suo bagno. Forse cerca l'occasione per combinare qualcosa di buono. Amberton Parker è una stella del cinema action, sposato con la bella Casey attrice anche lei. Tre figli una vita perfetta. Amberton ama i ragazzi, piacenti, giovani. Casey ha un'amica speciale. Esperanza è una cittadina di Los Angeles, americana figlia di immigrati messicani. E' una bella ragazza con delle cosce molto grandi. Cerca il suo posto in questa vita, un lavoro, un amore. Dylan e Maddie fuggono verso il sogno. Fuggono da Bucodiculo, Ohio. Fuggono da genitori violenti, dal disprezzo, dall'assenza di prospettive. Si conoscono da sempre e fuggono verso un sogno d'amore e di speranza. Alternate alle loro altre storie, accennate, appena intraviste, tutte a comporre il grande mosaico finale. Un mosaico senza la quadratura del cerchio, aperto come la vita. La scrittura di Frey non è immediata, spesso priva della necessaria punteggiatura crea periodi poco usuali e a tratti stranianti. Entrati nel meccanismo il romanzo fila senza difficoltà e giunti alla fine del viaggio ne sarà valsa la pena.
   

4 commenti:

  1. Accidenti Firma, ci vorrebbero tre vite per stare dietro a tutti gli stimoli che provengono dal tuo blog! Non conoscevo James Frey e anche questa volta sei riuscito a incuriosirmi!
    Ah, il grande romanzo americano! Ne sento parlare da sempre, soprattutto ne ho sentito parlare durante i 4 anni di letteratura nord-americana che mi son goduto all'università.
    Se scrivere il grande romanzo americano significa arrivare a qualcosa tipo Moby dick, Huckelberry Finn, Il Grande Gatsby o Sulla Strada, beh, credo che sia una battaglia persa per tutti i "giovani" scrittori stars abd stripes.
    Ma se significa diventare delle pietre miliari delle proprie rispettive generazioni allora qualche speranza in più c'è. Toccherà immancabilmente ai posteri dare l'ardua sentenza.
    Da pochi giorni ho finalmente iniziato, con "Una Stagione Selvaggia", il famoso ciclo di Hap e Leonard di JOE R. LANSDALE. Ecco, in questo caso ho come l'impressione che, seguendo tutta la saga, mi godrò un bell'affresco di "cose americane" in salsa pulp/noir.
    Spero di non essere andato fuori tema ;-)

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  2. Cia Adri, immaginavo che l'argomento ti avrebbe stuzzicato. Devo dire che ti invidio quei 4 anni di letteratura Nord-Americana, a me manca un sacco di roba, soprattutto i classici. Dei quattro titoli che hai citato ho letto solo Sulla strada. Purtroppo ho scelto scuole per lo più sbagliate per i miei gusti che si sono rivelate in fin dei conti abbastanza inutili.

    Per quel che riguarda Una stagione selvaggia, unico libro del ciclo da me letto, non mi ha impressionato più di tanto, probabilmente cose migliori sono presenti in altri libri di Lansdale.

    Però il libro ha un grosso merito: quello di aver contribuito a forgiare la tanto in voga, tra me e lo Zio Robbo, definizione "libri alla Pietrocola" di cui magari parleremo a voce coinvolgendo anche il grande Urz.

    PS: Michy se sei lì ricordati che ti vogliamo bene lo stesso.

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  3. Quella dei libri alla Pietrocola poi me la spiegate!

    Comunque dai, ad averne di persone che leggono Lansdale piuttosto che... vabbè, non faccio nomi perchè non vorrei fare gaffes!

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  4. In realtà non ho assolutamente nulla contro Lansdale anzi, mi sembra anche un tipo vulcanico. Al momento mi sono comprato anche Le notti del Drive-in 1 e 2 che ancora non ho letto.

    Più che altro è un'altra buona scusa per prendere un po' in giro Micky che va sempre bene...

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