sabato 6 luglio 2013

PRINCESS MONONOKE

(Mononoke-hime di Hayao Miyazaki, 1997)

Ancora Miyazaki e ancora un piccolo gioiello dell'animazione. Nella storia della Principessa Mononoke si fondono in maniera forte le due tematiche cardine del lavoro del maestro giapponese: il mondo degli spiriti e l'amore per natura ed ecologia.

Il titolo del lungometraggio potrebbe essere fuorviante, la ragazza co-protagonista del film non è la classica principessa che potremmo aspettarci da un cartone animato rivolto a piccole fanciulle, infatti non è questo il target di riferimento più adatto all'opera. Alcune scene sono effettivamente forti per delle piccole bambine, la mia Laura ha avuto grosse difficoltà con alcune sequenze dove comparivano sangue, scontri feroci e finanche teste e arti mozzati. Non è ovviamente un film inadatto ai ragazzi, ai genitori consiglio però di valutare l'età e la sensibilità dei loro bambini. Laura per esempio non ha portato a termine la visione preferendo andare a dormire nonostante il film non fosse per nulla noioso, anzi.

L'arte dello Studio Ghibli si conferma di altissimo livello, i disegni impressionanti per bellezza, fluidità e sensibilità fanno sperare vivamente che l'uso della computer graphics non convinca mai i produttori a mettere da parte completamente un lavoro artigianale in grado di regalare agli spettatori ancora così tanto. Non c'è freddezza in questi cartoni animati, i personaggi sono vivi, a un passo da noi e noi tifiamo per loro. Almeno io, personalmente, lo faccio.

Il film si apre in maniera dinamica con una bellissima sequenza dove il principe Ashitaka, in sella al suo fido stambecco, combatte contro lo spirito del cinghiale Nago, trasformato in demone dall'atroce sofferenza causata da una palla di metallo di origine ignota. Nello scontro Ashitaka viene infettato dal demone ritrovandosi con un braccio piagato che gli procurerà atroci sofferenze e con tutta probabilità anche una morte prematura.

Per porre rimedio a questa condizione di sofferenza il principe intraprende un viaggio alla ricerca della fonte del metallo che tanti danni ha causato a lui e allo spirito cinghiale. E' così che si imbattera nella città del ferro retta da Lady Eboshi, interessata a disboscare la foresta per estrarre il prezioso metallo incurante degli spiriti della natura. Durante lo stesso viaggio Ashitaka incontrerà San, una ragazza umana cresciuta dallo Spirito dei Lupi che si batte per scacciare gli uomini dalla foresta e garantire la supremazia della natura, una forza elementale che però ha dalla sua la potenza del Dio Cervo, lo spirito che rappresenta la natura stessa.



E Mononoke? In realtà Mononoke è una parola di difficile traduzione equiparabile a spirito, la Mononoke del titolo è semplicemente Sun, la ragazza combattiva della quale il principe Ashitaka non potrà fare a meno di innamorarsi.

Le ambientazioni nella foresta sono incredibili, immersioni pure nella natura che Miyazaki così tanto ama e rispetta, bellissime e sognanti le apparizioni dei Kodame, gli spiritelli della foresta, così come perfette sono tutte le immagini che portano avanti la storia. Il messaggio è chiaro e di parte, non potrebbe essere altrimenti. Da un parte la fiorente e selvaggia natura, dall'altra lo sfruttamento da parte dell'uomo delle risorse della Terra che porta spesso a scontri, guerre e alla creazione di strumenti di morte. Il film è molto dinamico e anche cruento in alcuni passaggi, magico e sognante per tutto quello che riguarda la parte degli spiriti ai quali la tradizione giapponese sembra così legata. Insomma un'altra opera grandissima, ora non ci rimane che aspettare la nuova fatica da regista del maestro prevista per questo mese in giappone con il titolo Kaze Tachinu. Chissà quando si potrà vederla anche in Italia.

8 commenti:

  1. Non è il mio M. preferito, anzi. PErò forse dovrei rivederlo. Interessante l'idea di partenza ma veramente troppo lungo.

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    1. Non è neanche il mio M. preferito che rimane sempre Totoro, però non l'ho trovato affatto lungo, cioè è lungo (2 ore) però non è pesante, scorre fino alla fine.

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  2. Totoro resta il meglio, ma Mononoke ogni volta mi conquista per la sua carica battagliera.
    Bellissimo.

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    1. Assolutamente d'accordo, l'immagine della carica battagliera è azzeccatissima :)

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  3. Anche per me è nella parte bassa della classifica di M., troppo lungo e mi è mancata quella magia che con Ponyo o Totoro si è creata fin da subito.

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    1. Certo che creare una parte bassa di un'ideale classifica di M. è impresa ardua. Al momento ho visto otto dei suoi lungometraggi e uno dove curarava solo l'animazione. Di cose deludenti non ne ho viste, al top però metterei Totoro, La città incantata e Kiki. Poi c'è Mononoke.

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  4. Secondo me è uno dei più belli, è uno dei più "miyazakiani" film di Miyazaki, di quelli disegnati davvero ad arte (come tutti del resto) e pregno di significato. Il messaggio che vuole mandare poi è quanto mai attuale, dovrebbero farlo vedere nelle scuole!

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    1. Infatti come messaggio è proprio l'emblema del cinema di Myazaki, sono d'accordo. Poi nelle scuole dovrebbero farli vedere tutti talmente sono belli :)

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