Perché, dopo diversi anni, tornare a leggere un romanzo nel quale il protagonista negativo (o l'antagonista, come si scriveva nelle schede dei libri compilate per la scuola) è un killer seriale, filone narrativo per il quale ho perso passione e curiosità già da molto tempo? La risposta è fiducia. Fiducia in un autore del quale lessi un unico libro anni fa, un libro che mi piacque parecchio intitolato La gang dei sogni e che descriveva ambienti e vicende molto diverse da quelle toccate ne L'impagliatore. All'epoca compravo ancora libri a ogni occasione, sfruttavo le edizioni pocket (ormai quasi sparite), le tessere punti di Feltrinelli, gli sconti, etc... acquistai così anche L'impagliatore e La scala di Dioniso (che ancora non ho letto) di Luca Di Fulvio sull'onda della piacevole lettura sopra citata frutto di un regalo fatto da un'amica a mia moglie.
È proprio passato il tempo. Nonostante il libro sia indubbiamente ben scritto e sia riuscito in alcuni passaggi anche a catturare il mio interesse, ho trovato personaggi e situazioni parecchio stereotipati e di conseguenza poco avvincenti, costringendomi a ricercare un valore aggiunto alla storia nella descrizione degli ambienti, del tessuto sociale e nel tratteggio di qualche personaggio secondario più interessante dei protagonisti. In più non è questo uno di quei libri dove si scopre l'assassino sul finale con rivelazioni stupefacenti, tutto è più o meno noto dall'inizio tranne alcuni dettagli anche questi facilmente intuibili. Ciò non toglie che questa possa rimanere una buona lettura per chi è visceralmente innamorato del genere.
Italia, una non ben definita città molto probabilmente del sud del paese. Una città divisa tra zona vecchia e parte nuova e afflitta da uno sciopero della nettezza urbana che va avanti da giorni e a causa del quale le strade si ricoprono di immondizia. L'ispettore Amaldi è un poliziotto tormentato con un'oscura vicenda nel suo passato, sarà lui con l'aiuto di pochi uomini a dover indagare su una serie di raccapriccianti delitti accompagnati da strani messaggi, delitti chiaramente compiuti dalla stessa mano. Alla vicenda principale si uniscono un'indagine appartenente al passato della città sull'incendio di un orfanotrofio nel quale perirono diversi bambini e l'incontro con la solare Giuditta, bella ragazza piena di vitalità e con un seno prosperoso da far girare la testa, tanto da stuzzicare anche l'interesse dello sfigato compagno d'università poi noto come Muffa.
Da questa breve sinossi sono già intuibili diversi elementi del genere. Se la vicenda in sè poco mi ha dato, qualcosa in più c'è nella costruzione della città e della sua gente, troppo poco a mio avviso per rendere questo libro interessante ai miei occhi. Come dicevo però non mi trovavo proprio nel mio, a chi ama il genere il consiglio è quello di dare un'occasione al romanzo che è ben scritto e che, se recuperato nell'edizione pocket della Mursia, costa pure poco.
Luca Di Fulvio |
Penso che recupererò La gang dei sogni, visto che ti ha particolarmente colpito. Non leggo spesso questo genere: in verità leggo di tutto XD Forse si tratta di coincidenze che mi portano a preferire altro. C'è anche da dire che nelle mie scelte conta parecchio l'autore, più che la storia o la tipologia di ciò che si narra.
RispondiEliminaE mi devo anche riconoscere un po' (tantino :D) esterofila :P
Anche io preferisco altro, quest'anno però mi è capitato di leggere diverse cose che in qualche modo possono considerarsi derive del giallo o della crime novel, altre letture mi hanno appassionato però decisamente più di questa. Su tredici libri letti finora quest'anno, solo due sono italiani e uno di questi è uno scritto dell'amico blogger Evil Monkey. Quindi esterofilo anche io mi verrebbe da dire :)
EliminaLo recuperò, penso che un libro del genere possa piacere a mia moglie che apprezza questo tipo di gialli.
RispondiEliminaSe piace il genere dire che una possibilità gliela si può dare tranquillamente ;)
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