giovedì 9 marzo 2017

WOLVERINE - L'IMMORTALE

(The Wolverine di James Mangold, 2013)

Dovevo prepararmi all'uscita di Logan e quindi eccoci qui. Wolverine è, nella sua versione cartacea, un personaggio dalle mille sfumature, con un lunghissimo passato alle spalle e migliaia di avventure narrate a far bella mostra di sé nel suo curriculum da supereroe. Nato sulle pagine di The Incredible Hulk, diventa colonna portante degli X-Men, almeno dalla seconda genesi in poi (1975). È stato per molto tempo il personaggio più sfruttato della Marvel (titolo onorifico che in tempi recenti è passato a Deadpool), comparendo in diverse testate dedicate agli X-Men, nella sua serie personale, collezionando centinaia e centinaia di ospitate tra le pagine dei fumetti dedicati a Spidey, Capitan America e compagnia bella. Il suo nome è stato spesso sfruttato per lanciare serie mutanti secondarie, non si contano poi le apparizioni in mega eventi collettivi e le diverse serie nate appositamente per narrare le origini del personaggio (o addirittura per narrarne la fine futura). Insomma, davvero migliaia e migliaia di pagine dedicate all'artigliato canadese.

Tutta questa sovraesposizione ha creato nel corso degli anni una storiografia del personaggio molto complessa e intricata, a volte all'apparenza contraddittoria. Provate a pensare a innumerevoli storie scritte da decine di scrittori diversi, con un lavoro di supervisione complicatissimo volto a far combaciare a grandi linee i diversi fatti narrati, roba da far uscire fuori di testa chiunque, croce e delizia di tanti appassionati di fumetto americano (chi ha detto continuity? aaaarghhhh!). Con molto meno materiale a disposizione, anche le apparizioni cinematografiche del piccolo mutante (nei comics Wolverine è decisamente basso) iniziano a essere intricate e difficili da seguire, all'attivo l'intera trilogia iniziale dedicata agli X-Men (X-Men, X-Men 2 e X-Men: Conflitto Finale), ora tre film in solitaria (X-Men le origini - Wolverine, questo Wolverine - L'immortale e Logan, in questi giorni nelle sale), tre capitoli del reboot degli X-Men (X-Men: L'inizio, X-Men: Giorni di un futuro passato e X-Men: Apocalisse) e pare (ancora non l'ho visto), un breve cameo anche in Deadpool. Per dipanare la matassa anche il sito Fumettologica ha dedicato un articolo all'argomento (lo trovate qui).


In questo capitolo delle avventure di Wolverine il regista James Mangold si focalizza sul lato giapponese del Nostro, un feeling con il paese del sol levante molto importante per il personaggio, esplorato in alcune famose sequenze a fumetti dedicate al mutante, a partire dalla miniserie Wolverine del 1982 a opera di Chris Claremont e Frank Miller. Se come spesso accade, eventi, vicende e personaggi non aderiscono in toto alle loro controparti a fumetti, a grandi linee lo spirito di fondo viene colto, ed è quello giusto. Il Wolverine originale è molto più vicino alla sensibilità nipponica di quanto lo sia la sua versione cinematografica che, in ogni caso, rimane comunque fedele all'indole del personaggio. Sottolineando ancora una volta come Hugh Jackman sia un Wolverine davvero perfetto (forse giusto un po' troppo alto, ma sarà dura rimpiazzarlo), la pecca arriva  dagli altri personaggi coinvolti nella vicenda, a partire da Mariko Yashida (Tao Okamoto) e Yukio (Rila Fukushima) per finire al Silver Samurai, che non hanno il carisma delle loro controparti cartacee, difettuccio non da poco per personaggi memorabili nell'economia di una saga molto ampia come quella di Logan.

Si rimane quindi in superficie per un film che si rivela discreto e molto virato al versante action, forse anche troppo, andando a perdere qualcosa sulla costruzione dei personaggi, dove l'unico ad essere davvero approfondito è proprio Wolverine, con i suoi sensi di colpa per la morte di Jean (Famke Janssen), il suo senso del giusto e dell'onore, la sua capacità d'amore e i fantasmi del suo passato. Un esito sicuramente migliore di quello prodotto con il precedente X-Men: Le origini - Wolverine, sembra che Mangold abbia fatto però il salto di qualità con l'ultimo Logan. Sarà verò? Magari ne riparliamo a breve.

4 commenti:

  1. Per me è inqualificabile a livello di trama, continuity, piattume registico... se penso che Mangold ha diretto quel trionfo di Logan mi chiedo come diavolo sia possibile che L'immortale sia così brutto. Salvo solo il fisico di Hugh, tantissima roba XD

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    1. Obiettivamente immagino che Hugh possa far gola al pubblico femminile, per quel che riguarda il film l'ho trovato sì superficiale ma meno peggio di Conflitto finale e del primo su Wolverine. I temi sono interessanti per chi conosce il personaggio, sviluppati poco e puntando tutto sull'azione. Certo, poca roba, un filmetto da quattro soldi se paragonato al meglio prodotto dalla Marvel, tuttavia abbiamo visto di peggio nel genere. Non avevo nessuna aspettativa per questo film (e infatti non ero andato a vederlo), Mangold mi creava la stessa attesa che avrebbe potuto crearmi il mio vicino di casa alla regia e quindi... tutto sommato mi aspettavo di peggio, la visione è stata abbastanza indolore (certo, anche abbastanza insapore). Guardiamo avanti, spero di riuscire ad andare a vedere Logan al più presto.

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  2. Credo anch'io che sia uno dei peggiori film degli X-Men, si salva solo perchè "Wolverine - L'origini" era peggio.
    Un fallimento per il mutante più amato...

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    1. Era peggio anche Conflitto Finale a mio avviso, con l'aggravante che lì mi hanno rovinato un film sugli X-Men e per l'affetto che nutro verso questi personaggi è cosa gravissima :) Qui almeno hanno scazzato in misura minore e con un solo personaggio :)

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