(Kaze tachinu di Hayao Miyazaki, 2013)
Le vent se leve, il faut tenter de vivre!Queste parole tratte da Le cimitière marin di Paul Valery sono il giusto accompagnamento alla vicenda di Jiro Horikoshi, giovane appassionato di aeroplani che ne progetterà diversi per l'aviazione giapponese tra i quali il più noto è lo Zero, velivolo che deve la sua fama all'utilizzo durante il secondo conflitto mondiale. Si è detto già all'epoca dell'uscita nelle sale italiane di Si alza il vento (tenitura di quattro giorni) come quello che era stato annunciato come l'ultimo film di Hayao Miyazaki prima del suo ritiro dalle scene fosse anche il suo film più contraddittorio, mettendo in scena l'età giovanile di un personaggio innamorato del volo e della progettazione e che suo malgrado, dato il periodo storico, contribuì allo sforzo bellico mettendo a disposizione del suo Paese aerei che si rivelarono armi mortali, la scelta di Miyazaki, da sempre ecologista e pacifista (innamorato anche lui degli aerei), di raccontare la figura di Horikoshi è stata vista come ambigua, ambiguità che guardando il film però non traspare affatto. Non c'è nessuna passione per la guerra nei protagonisti del film, né in Horikoshi, né nel collega e amico Honjo, né nei vertici della Mitsubishi, azienda per cui Horikoshi realizzerà i suoi aeroplani. E così per i protagonisti di questa storia il vento si alza, è il vento del cambiamento, il vento della Storia del secolo breve che costringerà il frutto delle loro passioni a prendere la via della guerra, e nonostante tutto bisogna pur tentare di vivere, far fruttare quel decennio di creatività ed energie che pare venga messo a disposizione di ogni uomo, come ricorda in sogno a Jiro il suo idolo, il progettista italiano (in realtà nato in Tirolo quando ancora era dominio austriaco) Giovanni Battista Caproni. Bisogna tentare di vivere il sogno, nonostante il terremoto devastante, la guerra, la malattia delle persone care, seguire il vento per quel che si può.
Jiro Horikoshi è un ragazzino appassionato di aerei, il suo idolo è il costruttore italiano Giovanni Battista Caproni, purtroppo la sua miopia accentuata gli impedisce di diventare un pilota, così Jiro si dedicherà allo studio degli aerei e poi alla loro progettazione. La storia segue la vita di Jiro dagli anni 20 ai 40 del secolo scorso, sono anni pieni di difficoltà per il Giappone: la crisi economica di fine anni 20, il terremoto del '23, le due guerre, in particolare la Seconda Guerra Mondiale. Con questi eventi sullo sfondo Jiro studia, sogna, progetta, si innamora della giovane Nahoko e con lei vivrà anche il dramma della sua malattia, la ragazza è infatti affetta da tubercolosi. Dopo gli studi l'assunzione alla Mitsubishi dove Jiro si distingue in fretta come progettista di talento, ci saranno poi i confronti con l'industria europea decisamente più avanti con le innovazioni, fino alla creazione del modello perfetto, lo Zero che renderà orgoglioso il Giappone ma che purtroppo sarà anche un'arma bellica latrice di morte.
Per la prima volta il maestro Miyazaki affronta la Storia, cosa che in seno allo Studio Ghibli finora aveva fatto Takahata (Una tomba per le lucciole), donando al pubblico proprio quei suoi sentimenti contraddittori, da una parte la vergogna per la scelte operate dal suo Paese durante il secondo conflitto mondiale, l'avversione per la guerra e per ogni forma di violenza, dall'altra l'amore e la passione per quelle opere di ingegneria utilizzate purtroppo per arrecare dolore. C'è una sorta di fatalismo di fronte agli eventi, nella figura di Jiro, ma anche in quelle di Nahoko e di Honjo, legate all'impotenza di fronte ai tempi che ci è dato vivere, anni magari difficili, crudeli e che pure è necessario vivere e percorrere, ha una grande profondità questo Si alza il vento, illuminato da un'animazione d'eccezione che in realtà per le opere di Miyazaki eccezione non è, il verde e il blu dei suoi film sono sempre rasserenanti, resi qui più delicati dalle splendide partiture di Joe Hisaishi. E alla fine Jiro è un po' Miyazaki ma è anche un po' il Giappone, è in parte anche Tatsuo Hori, il romanziere che scrisse il libro omonimo e al quale si deve la parte sentimentale del racconto non ispirata alla vera vita di Horikoshi, Si alza il vento è forse tra i film più ambiziosi e completi del maestro, non l'ultimo fortunatamente a sentire le voci del suo ritorno a lavoro, al momento con il progetto dal titolo (forse) provvisorio How do you live? che tutti noi aspettiamo con grande curiosità.
Bello ma non bellissimo, e tuttavia abbastanza memorabile, come tutti i film di Miyazaki ;)
RispondiEliminaA me è piaciuto davvero molto, preferisco il Miyazaki più fantastico però anche un bel coraggio alla sua età a cambiare e confrontarsi con la Storia con questo film che lascia spazio alla contraddittorietà. Sempre un grande.
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