(Quite ugly one morning di Christopher Brookmyre, 1996)
Qualcuno si è inventato la definizione (simpatica tra l'altro) di Tartan Noir per identificare un genere riconducibile a un gruppo di autori scozzesi dediti al giallo e alle sue declinazioni, che l'accostamento forzato tra tutte queste penne sia valido o meno, pare proprio che anche Christopher Brookmyre sia stato inserito all'interno del calderone. Brookmyre è nato a Glasgow, classe '68, questo suo primo romanzo è stato pubblicato in Italia da Meridiano Zero; sulla quarta di copertina campeggiano due strilli che attraggono l'occhio del lettore: "Brookmyre è un genio!" (Venerdì) e "Brookmyre è un pazzo!" (FilmTv). A leggere questo Un mattino da cani Brookmyre non sembra né un pazzo né un genio, sicuramente eccentrico in alcune descrizioni, molto divertente spesso e volentieri, un buono scrittore a tratti sopra le righe, nella struttura del romanzo in realtà parecchio convenzionale, il genio è altro. Leggendo il primo capitolo l'impressione è quella di tornare tra le strade di Leith, in mezzo a quegli spurghi di corea tanto cari a Irvine Welsh; il romanzo è infatti ambientato a Edimburgo ma la cifra stilistica di Brookmyre non è quella di Welsh (seppure in qualche momento la richiami alla mente), siamo più dalle parti di quel racconto criminale caro a gente come i fratelli Coen o a Tarantino o ad altri ancora, per la peculiarità idiota dei suoi protagonisti, gente con un ego più grande di loro stessi ma con capacità decisamente più piccole. La scansione della narrazione è invece decisamente classica, con un'indagine portata avanti non dalle forze dell'ordine bensì da un giornalista molto particolare, quel Jack Parlabane che tornerà in seguito in altri romanzi dello scrittore scozzese.Jack Parlabane fa ritorno a Edimburgo dopo anni passati a Los Angeles; la sua è una fuga, il giornalista scozzese in America ha pestato piedi che non doveva pestare, per evitare di finire all'altro mondo la scelta obbligata è quella di cambiare continente, da qui il ritorno a casa. Data la sua propensione per i guai e le faccende torbide Parlabane viene subito coinvolto nell'omicidio del dottor Ponsonby, un suo vicino di casa che viene trovato dall'Ispettore McGregor e dai suoi in una scena del delitto quantomeno bizzarra, condita di vomito, sangue a vagonate e la giusta dose di merda. Da testimone casuale, grazie alla complicità dell'agente Dalziel prima e della moglie di Ponsonby poi, Parlabane diventa la mente più brillante a indagare sull'omicidio, stimolato dalla curiosità professionale ma soprattutto dal fascino della dottoressa Sarah Slaughter in Ponsonby. Ne verrà fuori uno scenario che dalla violenza apparentemente insensata dell'omicidio si sposterà nel ricco mondo della sanità britannica.
Come si diceva struttura classica, molto ben studiata nell'escalation delle indagini, in parte anche prevedibile, ma intervallata da passaggi più dinamici che sfociano nel pulp e nel ridicolo volontario, momenti molto divertenti come quello della descrizione dell'omicidio del dottor Ponsonby, quella della scena del delitto, della sua dinamica, degli eventi che coinvolgeranno anche più avanti nella storia l'assassino, quello della resa dei conti finale, sono tutti passaggi che mescolano una violenza molto accentuata a sentimenti di repulsione misti a grottesco che non possono non risultare divertenti. Brookmyre mescola una parte di giallo, una di pulp e una di denuncia sociale, il racconto di genere e le descrizioni dei momenti esagerati non impediscono infatti allo scrittore di Glasgow di affrontare in maniera seria una critica agli abusi che possono celarsi dietro la gestione del sistema sanitario nazionale e in generale dietro le grosse aziende pubbliche. Corruzione, interessi personali, ingerenze e così via, al centro un protagonista, Parlabane, moralmente dalla parte giusta ma avvezzo a sistemi poco ortodossi e incurante delle buone maniere, scaltro, sboccato e molto, molto intelligente. Se non siete lettori troppo per bene Un mattino da cani potrebbe essere il libro giusto per questa estate.
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