Menzione speciale, laurea ad honorem, cittadinanza di Firmalandia:
The Blues Brothers di John Landis (1980)
Ero... rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C'era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C'è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!
Nono classificato:
I ragazzi di Feng Kwei di Hou Hsiao-hsien (1983)
L'ingresso vero e proprio nel movimento della New Wave di Taiwan da parte di quello che ne diverrà uno dei registi simbolo con un film che abbandona i temi spensierati imposti dal regime per guardare finalmente in faccia la realtà.
Ottavo classificato:
Il posto di Ermanno Olmi (1961)
Olmi anticipa il calvario che sarà per molti il posto fisso impiegatizio ritraendo una Milano e le vicine cittadine dell'hinterland in repentino cambiamento edilizio e di costumi.
Settimo classificato:
L'Atalante di Jean Vigo (1934)
Classico della storia del cinema apprezzabile e molto godibile ancora oggi, immagine rese iconiche anche grazie alla sigla di Fuori Orario che ce le propone ogni notte ormai da anni e anni. Recupero obbligato per chi oltre che guardare e godere vuole anche conoscere e studiare.
L'invasione degli ultracorpi di Don Siegel (1956)
Denuncia contro il Maccartismo! No, denuncia contro il Comunismo! No, denuncia contro il pensiero unico! Si è detto tutto e il contrario di tutto per un film di fantascienza capace di far discutere e di creare un'ottima tensione con quattro soldi. Cult!
Qualcosa di travolgente di Jonathan Demme (1986)
Regista che ci ha lasciato troppo presto, doveroso riscoprire e riproporre alcune delle sue opere; con Qualcosa di travolgente Demme si destreggia in maniera magnifica tra commedia divertente e thriller, tratteggiando personaggi convincenti graziati da ottime interpretazioni. Da ripescare.
Quarto classificato:
Persona di Ingmar Bergman (1966)
Sicuramente qualcuno vorrebbe Bergman più in alto, sul podio, ma tant'è, non è che qui si vince davvero qualcosa! Altro gran bel film con il quale riflettere e sul quale soffermarsi ben oltre la sua visione.
Terzo classificato:
Il ferroviere di Pietro Germi (1956)
Germi arriva in coda al filone del neorealismo con questo capolavoro nostrano a siglarne uno degli ultimi e più importanti esiti, misto di spaccato sociale e melò familiare in perfetto equilibrio tra le due parti.
Secondo classificato:
Lo squalo di Steven Spielberg (1975)
Film epocale che decreta la nascita del blockbuster moderno e cambia il cinema, ottimo film d'avventura, classico e moderno allo stesso tempo. Tan Tan Tan Tan Tan Tan!
Primo classificato:
La parola ai giurati di Sidney Lumet (1957)
Dramma processuale tutto di parola e recitazione, unità di luogo e di tempo senza un secondo di noia, ottimi attori per un'opera di scrittura misurata col calibro. Da vedere e rivedere.
Per me Lo squalo a mani basse, ma va bene così, anche se alcuni di questi non ho visto ;)
RispondiEliminaLo squalo 🦈 grande film, ma c'è tanta roba buona datata che ho visto quest'anno.
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