venerdì 14 gennaio 2022

MA PAPÀ TI MANDA SOLA?

(What's up, doc? di Peter Bogdanovich, 1972)

Un classico che guarda al classico. Il regista Peter Bogdanovich, purtroppo da poco scomparso, è stato un'entusiasta della Hollywood che fu, un appassionato del cinema in bianco e nero; con questo Ma papà ti manda sola? il regista rinverdisce negli anni 70, epoca del movimento della New Hollywood di cui proprio Bogdanovich fu tra i protagonisti, la classica slapstick comedy e in particolare quella dai risvolti rosa nella quale la storia romantica (o più o meno romantica) tra i protagonisti è costellata da guai a profusione e situazioni rocambolesche che si scioglieranno nell'agognato lieto fine soltanto dopo aver inanellato una mole di pasticci e danni dalle proporzioni colossali, non siamo proprio dalle parti di Hollywood party ma la strada è quella, d'altronde chi sarebbe capace di provocare una serie di disastri come quelli messi in moto dal Hrundi V. Bakshi interpretato da Peter Sellers? Il risultato è davvero divertente e poggia sulla coppia d'assi, almeno per quell'epoca, composta dalla brava Barbra Streisand e da Ryan O'Neal reduce dal successo di Love story di un paio di anni prima, tra l'altro Bogdanovich trova anche una maniera esilarante per citare e omaggiare proprio il Love story di Arthur Hiller.

A San Francisco si tiene la fase finale di una specie di concorso indetto dal magnate Frederick Larrabee (Austin Pendleton) volta a premiare il più interessante studio a tema musicale. Uno dei finalisti è l'impacciato e trattenuto Howard Bannister (Ryan O'Neil) che presenta un progetto sulle reazioni delle vibrazioni musicali sulle rocce ignee (o qualcosa di simile); il musicologo è accompagnato dalla fidanzata Eunice (Madeline Kahn), una rompiscatole pedante e possessiva. Nell'albergo dove i due soggiornano c'è anche una sorta di spia (Michael Murphy) con una valigia dai motivi rossi nella quale sono nascosti dei documenti top secret, la valigia è accidentalmente uguale a quella in cui Howard conserva le sue rocce. Sulle tracce della spia c'è un altro funzionario (lo scrittore Philip Roth nientemeno) in caccia dei documenti; la ricca signora Van Hoskins (Mabel Albertson) invece, in una valigia del tutto identica (e che qualcuno cercherà di rubare) tiene dei gioielli di inestimabile valore, un'altro residente dell'albergo ha con sé soltanto biancheria, la valigia, va da sé, è sempre dello stesso modello. In mezzo al bailamme che consegue dall'inevitabile gioco degli equivoci Howard si imbatte in Judy Maxwell (Barbra Streisand) una ragazza spiantata ma coltissima che si invaghisce immediatamente di lui, tanto è imbambolato Howard quanto sveglia, vivace e portatrice sana di guai è Judy, gli opposti prima si respingono, poi si attraggono, nel mezzo c'è un divertentissimo su e giù per San Francisco con una sequela di casini che porterà tutti quanti davanti al giudice.

Commedia divertentissima dove l'aspetto legato agli equivoci nati dagli scambi di valige e quello puramente slapstick e fracassone prevalgono sulle linee rosa, tutti i protagonisti contribuiscono alla resa finale calibrata ad orologeria garantendo numerosi passaggi molto spassosi, la Streisand e O'Neil nella loro diversità sono una coppia comica molto indovinata, Madeline Kahn è perfetta nel ruolo della fidanzata da cui fuggire, ne darà prova anche in Frankenstein Jr. di Mel Brooks (taffetà caro...), in generale si ride parecchio e di gusto. Bogdanovich, in collaborazione con Robert Benton alla sceneggiatura, lavora in maniera magnifica sui tempi, basti vedere la sequenza con l'inseguimento per le strade di San Francisco (forse un po' poco affollate in qualche caso) o i movimenti dei vari personaggi all'interno dell'albergo, tutto studiato per garantire la riuscita perfetta delle varie gag. La Streisand si concede in apertura una canzone sulle note di Cole Porter ma si fa apprezzare anche per la messa in scena del suo irresistibile personaggio, uno dei principali motori dell'esilarante confusione alla quale, come ben dimostra la scena finale, non resta che arrendersi e alzare le mani.

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