(di Chris Buck e Fawn Veerasunthorn, 2023)
La Walt Disney Animation Studios fu fondata nel 1923 dai fratelli Walt e Roy Disney; facendo due calcoli nel 2023, anno di uscita di questo Wish, la casa cinematografica che diede i natali a Topolino, Paperino, alla Biancaneve di celluloide e a tantissimi altri miti dell'infanzia più o meno di chiunque ha compiuto 100 anni. 100 anni non si compiono tutti i giorni, così in casa Disney hanno pensato di celebrare la lietissima ricorrenza dedicando ad essa il Classico di quell'anno, nella fattispecie Wish che è il sessantaduesimo dei Classici Disney. Probabilmente non avrebbero potuto fare peggio (si ok, avrebbero anche potuto, ma ci siamo capiti). Per inquadrare con poche parole la debacle artistica alla quale la Disney è andata incontro con Wish, il quale viene considerato (almeno per quel che riguarda le sale) anche un flop commerciale, basti dire che nello stesso anno lo Studio Ghibli, senza dover festeggiare particolari ricorrenze se non l'avvicinarsi della pensione per il maestro Miyazaki, è uscito con Il ragazzo e l'airone. Ora il parallelo non vuole essere uno sparare sulla croce rossa, il confronto per forza di cose risulterebbe scomodo (impietoso?) per la Disney che ne uscirebbe con le ossa rotte date le qualità messe in campo, è però un chiaro segnale di come le cose dalle parti di Burbank non stiano funzionando a dovere, nemmeno un po', soprattutto vista l'occasione ghiottissima del centenario che avrebbe dovuto essere salutato con un film memorabile e non con un'opera fiacchissima che si riduce al divertimento dello scovare i vari easter eggs e le citazioni della storia dei classici d'animazione Disney sparsi per tutta la durata di questo Wish, filmetto abbastanza insignificante se privato del summenzionato giochino. Un poco di impegno in più sarebbe stato auspicabile.Il felice regno di Rosas è retto dal magnifico Re Magnifico (sigh!), un regnante che ha studiato la magia fino a padroneggiarne l'arte tanto da apprendere i segreti per realizzare i sogni dei suoi sudditi che proprio per questo motivo amano e idolatrano il loro sovrano e la sua consorte Amaya. Così i cittadini di Rosas affidano i loro sogni a Magnifico affinché questi li custodisca in attesa della cerimonia mensile durante la quale il sogno di uno dei sudditi verrà realizzato. Questa procedura, che all'apparenza potrebbe sembrare... ehm... magnifica, in realtà induce i cittadini a dimenticare il loro sogno proprio perché affidato a un altro e non più in loro possesso, rendendoli un po' più vuoti nell'attesa che il sogno venga esaudito e reintegrato in loro. Tra i tanti abitanti del regno a Rosas vive anche la famiglia della giovane Asha, un ragazza che vorrebbe veder esaudito il sogno di suo nonno Sabino che compie 100 anni (sì, come la Disney) e magari diventare una discepola e seguace del Magnifico, aiutandolo nella gestione dei sogni dei cittadini di Rosas. Ottenuta la possibilità di sostenere un provino per diventare effettivamente aiutante di Magnifico, la ragazza scopre che il re non è affatto un uomo di buon cuore ma che vaglia uno per uno i sogni dei suoi sudditi esaudendone solo quelli banali e innocui e accantonando per sempre tutti quelli che potrebbero anche solo minimamente alterare lo status quo del regno, motivo per il quale il desiderio di nonno Sabino viene messo da parte. Delusa Asha confida il suo scoramento alle stelle che le mandano come aiutante/angelo custode una delle stelle di Super Mario Galaxy (o qualcosa di molto simile); con il suo aiuto e con quello dei sette nani, no, scusate, con quello dei suoi sette amici, Asha tenterà di aprire gli occhi alla gente di Rosas e rovesciare il Magnifico.
Vista anche l'occasione particolare Wish si rivela un film parecchio deludente. Di divertente c'è la ricostruzione della storia delle produzioni Disney attraverso strizzate d'occhio e citazioni che a un certo punto si iniziano a cogliere a ritmo incalzante, in parte distraendo lo spettatore dalla storia narrata (che tanto è poca cosa e non richiede troppa attenzione) ma anche offrendo l'unico spunto per poter apprezzare un film altrimenti fiacco. La storia ha pochissime chiavi di lettura se non le più scoperte, trite e banali del tipo "mai rinunciare ai propri sogni" viste e riviste milioni di volte, il personaggio di Asha non offre nessuno spunto degno di nota e sembra essere uno dei più dimenticabili e insapori creati dalla Disney negli ultimi anni, la stellina che la accompagna è ottima per realizzarne peluche e merchandising (è almeno caruccia da regalare ai bambini) e anche nel cast dei comprimari non spunta un personaggio degno di nota nemmeno a cercarlo con il lanternino. Ancora una volta manca un villain di peso, il Magnifico di magnifico non ha proprio nulla, forse giusto il ciuffo, lo sviluppo della vicenda è semplicemente scontato e noioso, anche l'idea di integrare l'animazione digitale a quella classica fallisce miseramente donando a Wish l'aspetto di un prodotto di seconda fascia, senza verve nemmeno sotto il punto di vista della mera animazione. Inoltre le canzoni, inserite una dietro l'altra, sono sinceramente sfiancanti, dopo un po' non se ne può più. La nota positiva è che se per festeggiare i suoi 100 anni la Disney ci ha regalato Wish, beh, le cose non potranno che andar meglio in futuro, anche se alcune recensioni di Oceania 2 lascino purtroppo supporre ben altro.
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