Menzione speciale, laurea ad honorem, cittadinanza di Firmalandia a:
Butch Cassidy di George Roy Hill (1969)
Il trio eccellente composto dal regista George Roy Hill e dai due protagonisti Robert Redford e Paul Newman (si riuniranno nel '73 per La stangata), qui accompagnati dalla grazia di Katharine Ross, confeziona uno dei western più romantici della storia del cinema, tocco lieve accompagnato magnificamente da Burt Bacharach, il brano Raindrops keep fallin' on my head entra nella Storia.
Nono classificato:
Il dittatore dello Stato libero di Bananas di Woody Allen (1971)
Comicità pura di un Allen legato ancora alla gag estemporanea più che alla costruzione della storia, sono già presenti alcune delle caratteristiche che renderanno immortale l'Allen più maturo e immediatamente successivo, già qui comunque si ride a ciclo continuo. Divertentissimo.
Ottavo classificato:
Soldi sporchi di Sam Raimi (1998)
Noir cupo, cupissimo, ammantato nel candore delle nevi del Minnesota, una riflessione sull'avidità dell'uomo e su come i sentimenti più puri e genuini, ingenui si potrebbe pensare, possano arrivare da dove meno ce li si aspetterebbe. Gran film di un Sam Raimi che vorremmo veder tornare ad atmosfere come queste.
Settimo classificato:
A swedish love story di Roy Andersson (1970)
Al suo esordio il regista svedese Roy Andersson ci regala una bellissima storia d'amore adolescenziale che oggi ci riporta agli anni 70 ma anche alla nostra giovinezza dei sentimenti, una delle migliori sorprese "datate" scoperte durante quest'annata di cinema. Recupero consigliatissimo urbi et orbi.
Sesto classificato:
Paris is burning di Jennie Livingston (1990)
Con Paris is burning la documentarista Jennie Livingston realizza una splendida incursione nel mondo delle ballroom, luoghi di ritrovo, poi divenuti motore di vere appartenenze, della comunità gay newyorkese tra i Settanta e gli Ottanta, una cultura underground in seguito emerse e sfruttata anche commercialmente, uno squarcio su un passato oggi ancora poco conosciuto dai più.
Quinto classificato:
Short sharp shock di Fatih Akin, (1998)
Passato inosservato in Italia ai tempi della sua uscita l'esordio di Fatih Akin (La sposa turca, Soul kitchen) avrebbe meritato ben altra visibilità. Tra le strade di Altona, sobborgo di Amburgo, legami di amicizia si evolvono in un contesto criminale realistico e credibile, volti indovinati e una vitalità preziosa per un'opera prima di una certa caratura. Andatevelo a recuperare se potete.
Quarto classificato:
Il sospetto di Alfred Hitchcock (1941)
Quarto film dell'era americana di Sir Alfred Hitchcock, Il sospetto viene ricordato nei manuali della Storia del cinema per la scena del bicchiere di latte, solo una delle tante manifestazioni dell'inventiva visionaria del geniale regista inglese. Esemplare gestione della tensione acuita dalla necessità di chiudere il tutto con un budget ridotto, ma i grandi maestri sanno sempre come fare, tra i capisaldi di Hitch!
Terzo classificato:
I vitelloni di Federico Fellini (1953)
Un Fellini prima maniera in bilico tra residui di neorealismo e sprazzi della commedia all'italiana a venire costruisce un bellissimo ritratto della provincia post bellica e dei suoi vitelloni, giovani spersi e inadatti, non ancora pronti, alla vita che li aspetta. Si vedono già le grandi doti di un regista poi assorbito nella Storia del cinema e del nostro Paese.
Secondo classificato:
Il signore del male di John Carpenter (1987)
Anche qui budget ridotto che aguzza l'ingegno di uno dei maestri dell'horror anni Settanta e Ottanta (almeno). Forse non il titolo più ricordato di Carpenter, Il signore del male ha poco da invidiare ai suoi più illustri colleghi, tensione gestita in maniera perfetta coadiuvata da partiture musicali calibrate al millimetro dallo stesso regista, maestro d'eclettismo. Da rivedere e rivalutare.
Primo classificato:
Le conseguenze dell'amore di Paolo Sorrentino (2004)
Una delle opere del primo Sorrentino già emblematica della confidenza del regista napoletano con l'inquadratura e con la costruzione dell'immagine. Più asettico e meno visionario di ciò che verrà dopo, Le conseguenze dell'amore è una magistrale costruzione di un personaggio (e di un attore) immerso in una (non) vita ferma che potrà esplodere e mutare solo grazie a queste "conseguenze dell'amore" alle quali, come lo stesso protagonista sottolinea, è bene porre la dovuta attenzione. Meraviglia propedeutica a tutto ciò che oggi già sappiamo.
Per quel che riguarda quelli che abbiamo definito FILM CLASSICI la chiudiamo qui, ci troviamo tra pochi giorni per parlare di qualcosa di più recente.
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