Il cinema per me è ormai sinonimo di cartone animato. Causa continui tagli alle spese, le uniche occasioni che colgo per tornare al grande schermo sono le matinée d’animazione con Laura e qualche rara sortita in campo supereroico. 3D, Avatar a parte, neanche a parlarne e poi è un fenomeno che mi ha già stufato.
Ho lasciato la scelta del film a Lauretta che tra Rio e il film dell’orsetto Pooh ha optato per quest’ultimo. Anche la mia intenzione originaria era quella di orientarmi sul lungometraggio (se così possiamo definire un film di un’ora e cinque minuti) ambientato nel Bosco dei 100 acri.
Sono più che convinto che Rio sia un prodotto più spettacolare e divertente, almeno per noi adulti.
Sembra però che questa sia l’ultima occasione che la Disney darà all’animazione tradizionale, se il film non andrà bene si passerà in toto al digitale.
Spero che questa affermazione non sia veritiera, intanto noi abbiamo sostenuto la causa.
Quindi animazione tradizionale, disegno a mano e storia (finalmente) ad altezza di bambino.
Tra i realizzatori coinvolti nel progetto c’è gente che ha lavorato sui maggiori successi Disney e parliamo di Classici come La Sirenetta, Il re leone, Alladin, La bella e la bestia.
Non siamo di fronte quindi a una produzione poco curata ma semplicemente a una realizzazione lontana dall’imperante gusto delle grandi masse per l’animazione digitale.
La trama è semplice e ingenua, non annega nel mare di citazioni che ormai sembrano d’obbligo per rendere accattivanti i film d’animazione, non ci sono scene a velocità supersonica né situazioni create ad arte per il successivo “gonfiaggio” in 3D.
Ad altezza di bambino come si diceva. Gli adulti troppo, troppo cresciuti potrebbero annoiarsi.
Che tristezza però vedere alcuni bambini guardare il film seduti vicino a padri intenti a giocare con il proprio ultratecnologico cellulare.
Insomma, Pooh è il solito orsetto sempliciotto con una cosa sola in testa (il miele, state tranquilli).
Ih-Oh è il solito asinello di pezza depresso, pessimista e per giunta ha anche perso la coda. Christopher Robin organizza la ricerca di una nuova coda per l’asinello con in premio per il vincitore un vasetto colmo di miele.
La storia prosegue, in seguito a un fraintendimento a opera del Gufo Uffa, gli abitanti del bosco dei 100 acri dovranno con non poca paura andare a caccia di un mostro che ha catturato Christopher Robin: L’Appresto.
Tutto qui, intrattenimento per i più piccoli ottimamente realizzato. Il film è preceduto da un simpatico corto con protagonista Nessie, il mostro di Lochness ed è corredato da una scena finale a sorpresa al termine dei titoli di coda. Non perdetevela.
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