giovedì 28 settembre 2017

LE CRONACHE DEI MORTI VIVENTI

(Diary of the dead di George A. Romero, 2007)

Come spesso è accaduto per i film a tema zombi di George A. Romero, anche questo Diary of the dead è un film teorico, corredato da una tesi e un messaggio, ed è proprio grazie a Romero se la figura dello zombi, oltre alla sua carica orrorifica, si porta spesso dietro un significato metaforico, se non sempre nella figura del non-morto vero e proprio, almeno nel contesto, negli uomini e nella società che gli girano intorno (vedi anche The walking dead giusto per citare l'esempio ai giorni nostri più celebre). Come dicevamo, Diary of the dead non fa eccezione. Questa volta il focus è centrato sull'informazione, vista e declinata in numerosi dei suoi aspetti, per alcuni versi anche storici, ma soprattutto attualissimi e adesi a quello che è il mondo odierno in cui siamo chiamati a sopravvivere ogni giorno.

L'incipit è quello della classica epidemia zombi, non si sa perché, non si sa come, il mondo impazzisce e i morti si rifiutano di accettare la loro condizione, tornano scatenando il panico e diffondendo il contagio a suon di morsi dispensati con grande generosità. Le prime avvisaglie del fenomeno arrivano dai servizi televisivi, ed è così che il gruppo di ragazzi protagonisti del film vengono a sapere della nuova situazione che si sta andando a creare. Da subito l'informazione risulta però veicolata, parziale o mistificata, così Jason (Joshua Close), studente di cinema, decide di riprendere tutti gli avvenimenti che il suo gruppo di amici si troverà ad affrontare nei giorni seguenti lungo il viaggio che intraprenderanno per ritornare verso la casa natale di Debra (Michelle Morgan), ragazza dello stesso Jason, al fine di caricare poi su internet una versione veritiera dei fatti.

Il film si regge proprio sul tema dell'immagine e dell'informazione, da subito scopriamo che il girato di Jason, prima di arrivare al pubblico, sarà montato e manomesso dalla stessa Debra con lo scopo di rendere il materiale più attraente e spaventoso, ulteriore alterazione della verità. Splendido il titolo scelto dalla ragazza per presentare il materiale: Death of death - La morte della morte. Per il resto Romero costruisce il film usando tutto lo scibile dell'audiovisivo: telecamere a mano, professionali o meno, immagini televisive, frame da telecamere di videosorveglianza, video registrati da cellulari, immagini da internet e quant'altro ancora.


Oltre alla pervasività dell'immagine e alla sua possibilità di venire volutamente alterata soprattutto in ottica di controllo dell'informazione, si riflette anche su altri due temi di altrettanta importanza: la possibilità che un sovraccarico da informazione come quello a cui tutti siamo sottoposti ogni giorno possa creare una vera incapacità di discernere e quindi occultare (anche volutamente) quelle che sono le verità, e, forse a livello emotivo cosa ancor più spaventosa, la distruzione continua dell'empatia e la creazione di un'abitudine sempre più priva di compassione nel percepire attraverso l'immagine e l'informazione anche gli eventi più crudeli, terribili e dolorosi che il mondo ci sottopone. Sempre più confusi, disinformati e anestetizzati a tutto. Un film teorico come si diceva, con teorie non da poco.

Archiviata la tesi, devo ammettere di aver trovato il film più interessante che bello. Dal punto di vista prettamente horror, dello spavento, non ci ho visto niente di così riuscito o innovativo (a parte la sequenza con l'amish muto e un paio d'altre cosette), tutto è creato in maniera diligente e professionale, nulla da dire, ma la storia in se non ha suscitato in me particolari emozioni. In più l'utilizzo continuo della camera a mano, avendo visto il film su uno schermo abbastanza grande, mi ha creato non poco fastidio, ottima scelta per ricreare al meglio il senso di realtà ma anche quello di lieve nausea. Ad ogni modo Romero non tradisce, con profonda umiltà dedico a lui questo post a pochi mesi dalla sua scomparsa, augurandogli di cuore di non dover ritornare.

2 commenti:

  1. la nuova trilogia sui mitici zombie del grande George Romero, sempre ottima e coinvolgente, anche se non è un capolavoro come la prima, poco importa, gli zombie Romeriani spaccano sempre xD

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    1. Infatti dovrei recuperarmi anche gli altri due capitoli, cosa che prima o poi non mancherò di fare.

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