(Star Trek II: The wrath of Khan di Nicholas Meyer, 1982)
(Star Trek III: The search for Spock di Leonard Nimoy, 1984)
Quando prese il via nel lontano 1966 la serie di Star Trek non partì propriamente con la quarta innestata. La proposta del suo creatore, Gene Roddenberry, una sorta di mito per tutti i trekkers, fu prima rifiutata dai vertici della NBC per essere messa in produzione più tardi con una serie di modifiche che, secondo la rete, avrebbero reso più accattivante per il pubblico l'intero progetto. Certo, quelle modifiche, insieme alle idee e al sentore di Roddenberry su cosa la serie avrebbe dovuto portare sullo schermo, diedero vita a un mito che perdura tutt'ora e che ha generato una serie di movimenti di Star Trek addicted oggi ancora attivi e sparsi in tutto il mondo, ma nei primi anni di vita per l'equipaggio del Capitano Kirk non fu proprio tutto rose e fiori.Nel corso delle tre stagioni di quella che oggi viene definita la serie classica gli ascolti continuarono a calare, tanto che la NBC era pronta a cancellare Star Trek dopo due sole stagioni, decisione rimandata di un anno solo grazie alle rumorose proteste dei fan della serie già affezionatissimi al brand. La cancellazione però fu solo rimandata, con la terza infornata di episodi l'avventura finisce, la NBC ne cede addirittura i diritti alla Paramount Television che contribuisce a tenere in vita e accrescere la popolarità della serie grazie alla diffusione dei diritti e alle conseguenti repliche dello show. Dopo la brillante idea di realizzare una serie animata che andò in onda tra il '73 e il '74 e che riscosse un buon successo, la popolarità dell'equipaggio della USS Enterprise, a detta delle teste pensanti di casa Paramount, era matura per tentare il salto nelle sale cinematografiche.
Come si diceva poco sopra, il successo del primo film spinse la Paramount a mettere in cantiere il primo sequel che arrivò nella sale nel 1982; Star Trek II - L'ira di Khan, questo il titolo, poté però beneficiare di un budget decisamente ridotto rispetto a quello del suo predecessore e di un regista di minor prestigio, Nicholas Meyer, che ancora oggi continua a lavorare sul franchise. Il nemico da affrontare arriva direttamente dalla serie classica, il personaggio di Khan verrà in seguito ripreso anche nel nuovo reboot di Star Trek orchestrato da J. J. Abrams, il volto del nuovo Khan sarà quello della star Benedict Cumberbatch. Ma torniamo a noi.
Il secondo lungometraggio della saga è una storia d'odio e vendetta da parte di Khan (Ricardo Montalban) nei confronti del capitano Kirk, nel frattempo diventato Ammiraglio della Flotta Stellare (come visto in Star Trek - Il film). L'odio di Khan ha radici che affondano nel passato quando Kirk, allora ancora in forza all'Enterprise, condannò il suo nemico e relativo equipaggio a un esilio forzato sul pianeta Ceti Alpha V. In seguito a un disastro di proporzioni planetarie il pianeta diventò quasi invivibile causando la morte di molti compagni di Khan, moglie compresa. Khan addosserà a Kirk anche questa colpa fomentando l'odio che prova ormai da tempo per il suo nemico. Durante un volo d'addestramento al quale presenzia lo stesso Kirk, l'Enterprise ora comandata da Spock si imbatterà in una richiesta d'aiuto da parte della stazione scientifica che sta sviluppando il misterioso progetto Genesis supervisionato dalla Dottoressa Marcus (Bibi Besch), ex fiamma di Kirk. Da qui si arriverà a un nuovo scontro tra i due vecchi nemici che coinvolgerà l'Enterprise e la USS Reliant, nave della Flotta Stellare ora in mano a Kahn. Il cast della serie classica è ancora una volta al completo e ampliato dalla giovane e decisa recluta Saavik interpretata da una Kirsty Alley al suo debutto cinematografico. L'attenzione è però saldamente puntata sull'ammiraglio Kirk che ancora una volta dimostra, soprattutto a se stesso, che la scelta di lasciare il comando dell'Enterprise non è stata del tutto felice. Si riflette sul tempo che passa e su quelle che sono le proprie vocazioni. Mentre il resto del cast è messo in secondo piano, salvo un importante colpo di coda di Spock nel finale, sale alla ribalta una nemesi con un ossessione forte, di quelle che possono consumare una vita. La storia corre lineare senza grosse impennate di ritmo nonostante l'approccio sia più votato all'azione rispetto al capitolo precedente per chi scrive comunque meglio riuscito. Le parole "più votato all'azione" sono da prendere con le pinze, nel complesso la pellicola non si può definire proprio dinamica, ne esce un secondo capitolo comunque riuscito, che tratteggia un buon antagonista, ma che non si può certo definire memorabile, un onesto intrattenimento che può creare curiosità per i titoli successivi ma soprattutto, per chi non l'avesse vista, per l'eventuale recupero delle serie originale. Nel complesso il film raggranella tra Cinema e home video un bel po' di soldi, si inizia a pensare al terzo capitolo.Terzo capitolo che arriva a distanza di soli due anni dal precedente, questa volta si rimane all'interno del cast e la regia viene affidata direttamente a Leonard Nimoy che, dopo il finale del film precedente, esigette per il suo ritorno anche il ruolo da regista. Star Trek III - Alla ricerca di Spock la dice lunga sin dal titolo su quelli che sono i contenuti che vanno a costruire la linea narrativa del film, la pretesa di Nimoy non si rivela poi così azzardata, tra gli estimatori i pareri sono contrastanti ma per chi scrive Nimoy confeziona un film anche migliore del precedente senza nulla far rimpiangere ai fan della serie. Il finale de L'ira di Khan gridava vendetta (o meglio, "vendetta" lo gridavano i trekkers), lo status quo andava ripristinato, perché tutto deve cambiare affinché nulla cambi. Così Alla ricerca di Spock è un vero e proprio sequel del film precedente, i due capitoli sono concatenati in maniera indissolubile, oltre al destino di Spock vengono qui riprese la vicenda del progetto Genesis e le sottotrame legate a Kirk e alle sue relazioni (non diciamo di più a giovamento di chi non avesse ancora visto la saga). Meno azione, ci si concentra più su quelle che sono le tradizioni e le caratteristiche vitali dei vulcaniani, a noi chiarite dalla figura di Sarek (Mark Lenard), padre di Spock, sulle relazione tra i personaggi e sulla fedeltà incondizionata tra i membri dell'equipaggio dell'Enterprise che tra l'altro sta per affrontare il suo ultimo viaggio prima della rottamazione. La parte più dinamica, ma nemmeno troppo, è appannaggio dei Klingon, minaccia all'apparenza meno temibile di quella costituita da Khan, ma memorabile in quanto tra essi spicca il Comandante Kruge interpretato dal mitico Christopher Lloyd (il Doc di Ritorno al futuro) riconoscibilissimo nelle sue movenze anche sotto strati di trucco e lineamenti alterati (osservatene lo sguardo, come volta di scatto la testa, è Doc prima di Doc). Rivisto oggi il film offre un campionario nostalgico e divertente sugli effetti visivi d'epoca, l'uso della computer graphic che ricorda la nostra infanzia (per chi negli 80 era giovane), gli effetti artigianali usati per dare vita alle creature (il cane? di Kruge) rendono piacevole il tuffo nel passato. Non manca nemmeno la scena ormai d'obbligo nel bar con razze provenienti dai quattro angoli della galassia. Indubbiamente non ci troviamo di fronte a nulla di rivoluzionario, tutt'altro, è il film della restaurazione, si torna allo schema noto: nuove sfide, conoscenza e soprattutto alto il valore dell'amicizia. Altro buon successo al botteghino, soprattutto dopo gli introiti dell'home video, cosa che permette alla saga di proseguire e all'equipaggio di Kirk di partire nuovamente verso l'ignoto, forse non più a bordo della leggendaria Enterprise.
Ho sempre apprezzato come i capitoli II-III-IV siano concatenati perfettamente. Mentre il primo, malgrado gli ottimi effetti speciali, l'ho sempre trovato un pò troppo "cerebrale", quasi soporifero..fra l'altro è vero che uno di quei rarissimi film che mi ha fatto prendere sonno davanti alla TV :D
RispondiEliminaSono in molti a definire il primo capitolo più "cerebrale" o "rilassato" se vogliamo, però devo dire che partendo con la consapevolezza che da questi film non ci si può aspettare il ritmo dei reboot di Abrams, alla fine li ho trovati nel complesso più che godibili, un buon intrattenimento che solletica oggi anche le corde della nostalgia.
EliminaHo un buon ricordo del primo film, che da bambino mi venne naturale associare a "2001: Odissea nello spazio". I successivi sono di fatto dei telefilm allungati, sia negli intenti che nei risultati. Ma il quarto mi divertì moltissimo, e resta forse il mio preferito!
RispondiEliminaBene, bene, il quarto devo ancora vederlo...
EliminaCiao, Dario.
RispondiEliminaCome sai, sono un grande estimatore della saga. Non mi definisco un vero e proprio "trekkie", ma ho visto praticamente tutto ciò che è stato realizzato. I film, in particolare, sono croce e delizia dei fan. Tanto da nutrire negli anni una leggenda che vuole i capitoli pari migliori di quelli dispari (si parla di una vera e propria maledizione dei film dispari). Il primo fa storia a sé. E' assolutamente soporifero, ma le idee sulle quali si regge sono interessanti.
La verità è che i primissimi capitoli sono legati a doppio filo agli anni in cui sono stati girati e risentono del tempo che intanto è passato. In generale sono godibili, con qualche picco più interessante qui e là.
Ora, però, ti aspetto al varco e ti tocca cominciare con le serie: Classica o TNG, scegli tu :D
Ciao Luigi, partendo dal fondo ti dirò che non mi dispiacerebbe il recupero e partirei volentieri proprio dalla serie classica. Il problema è il tempo, sto già facendo il recupero di X-Files seguendo però solo gli episodi legati alla mitologia del serial, quelli dedicati agli alieni, alla storia della sorella di Mulder e alle teorie del complotto. Per i film di Star Trek, essendo stati girati negli anni della mia adolescenza, rivedere alcuni effetti ormai vetusti è per me quasi una gioia, un ritorno all'infanzia. Ad esempio nel terzo film c'è quella scena nel bar dove due esseri giocano a un gioco virtuale che mi ha ricordato la grafica di alcuni videogiochi del Commodore, tutta nostalgia. Nel complesso i primi tre film non mi sono dispiaciuti, certo, altri ritmi, però sconfesso la maledizione dei dispari, forse ho apprezzato più I e III rispetto a II.
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