(Hellboy: Strange places di Mike Mignola, 2002/2005)
Come promesso, dopo la lunga cavalcata durata la bellezza di otto volumi dedicata al Bureau for Paranormal Research and Defense (il B.P.R.D.), torniamo a occuparci di Hellboy, il personaggio principale di quello che è ormai noto come Mignolaverse e che avevamo lasciato al termine del volume Il verme conquistatore in procinto di partire per l'Africa, pieno di dubbi sul suo destino e sull'operato dello stesso Bureau che senza troppi scrupoli nel corso di quell'avventura mise in pericolo la "vita" di Roger l'omuncolo, strano essere al quale Hellboy, come tutti i lettori, era ormai sinceramente affezionato. Nonostante entrambe le serie siano scritte da Mignola (con l'aiuto di Arcudi per quel che riguarda il B.P.R.D.) il cambio di atmosfera è marcato e palese, con Hellboy, nonostante la narrazione si svolga in parallelo ai fatti narrati negli ultimi volumi della serie del Bureau, sembra di fare un salto nel passato all'epoca del romanzo gotico, il tratto di Mignola è molto adatto a queste atmosfere lugubri e catapulta il lettore in un mondo più oscuro, minaccioso e greve dove l'aria di disastro incombente è stemperata dal solo Hellboy, sempre pronto alla battuta sagace e a sdrammatizzare ogni situazione, comprese quelle relative ai funesti presagi legati alla sua stessa mano destra.Molto interessante la genesi della prima delle due storie contenute in questo volume (Il terzo desiderio e L'isola) pensata da Mignola parecchi anni prima con protagonista Namor il Sub-Mariner di casa Marvel, la vicenda si svolge infatti sul fondo dell'oceano, ma andiamo con ordine. Hellboy come da programma arriva in Africa al cospetto di un vecchio sapiente di nome Mohlomi che già da tempo è in attesa dell'arrivo del demone buono, tra leggende africane e supernaturali visioni, dall'Africa continentale lo strano duo si trova ai bordi dell'oceano dal quale Hellboy viene prontamente inghiottito, non prima però di essere stato fornito dall'anziano Mohlomi di uno strano amuleto protettivo. Sui fondali oceanici la strada di Hellboy incrocerà quella delle tre sorelle sirene e dei loro desideri, esposti in maniera malaccorta alla strega dell'acquitrino, un essere anfibio più che deciso a togliere di mezzo il Nostro, sempre a causa di quella vecchia profezia che indica la mano destra dell'affabile demone come portatrice di distruzione inarginabile. Tra chiodi conficcati nel cranio, catene d'ossa maledette, amuleti, lance di vecchi guerrieri e diversi rimandi alla continuity del personaggio (La bara incatenata e altre storie) Hellboy riuscirà a riemergere dal mare solo per finire sull'isola della seconda storia del volume, luogo dove si troverà di fronte, anche fisicamente, a ciò che le profezie dicono di lui, all'essere maligno e distruttivo che potrebbe diventare se corrotto dal male infernale, dall'influenza dell'Ogdru Jahad, demone del quale si narrano qui nel dettaglio le origini.
Hellboy è un fumetto di classe dalle dichiarate influenze letterarie, di folklore, imbevuto delle tradizioni di vari paesi, in questo volume si pesca dalle leggende africane, si cita Moby Dick, ci si ispira alla Sirenetta di Andersen e ai racconti di William Hope Hogdson, questo impianto molto classico discosta la narrazione da quella adoperata per la serie del B.P.R.D. donando vivacità a un universo condiviso nel quale è possibile trovare approcci diversi alla materia, entrambi molto validi. Amando i racconti corali per quel che mi riguarda l'allievo ha addirittura superato il maestro e trovo alcune avventure del B.P.R.D. più intriganti di queste dello stesso Hellboy che rimane comunque un personaggio magnifico. Mignola lavora molto sulla costruzione del presagio, del destino che Hellboy sarà chiamato a sfatare, si vedrà nei volumi successivi in che modo l'autore deciderà di portare avanti la vicenda.
A chiudere il volume ci sono le prime otto pagine di una precedente stesura de L'Isola, completamente disegnate e inchiostrate per renderle disponibili ai fan ma mai utilizzate per la storia in questione, chiudono alcuni sketch nei quali è possibile ammirare la matita "nuda" di Mignola.
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