(Dark Phoenix di Simon Kinberg, 2019)
Piccolo preambolo. Gli X-Men nascono dalle menti di Stan Lee e Jack Kirby, creatori della maggior parte dei personaggi più iconici e riconoscibili di casa Marvel, nel lontano 1963. La loro serie a fumetti a dire il vero non era tra le cose migliori che Stan "il sorridente" e Jack "il Re" sfornarono in quegli anni, lo stesso Kirby, vero maestro della matita, sulle tavole dedicate agli Uomini X sembrava girare un po' con il freno a mano tirato, guardando le cose fatte dallo stesso disegnatore su Thor o su Captain America sembrava proprio che gli X-Men fossero un po' i fratelli poveri dei succitati eroi; spesso anche le trame di Stan sembravano meno ispirate che altrove, pur potendo contare su un concept iniziale molto affascinante e su temi di base interessanti e apprezzabili. Con il tempo i due creatori lasciano la collana che vede un'alternanza di artisti che tra alti e bassi traghetteranno la serie fino alla sua sessantaseiesima uscita, dopodiché la testata inizierà a ristampare le storie delle origini lasciando i fan dei mutanti orfani di nuove emozioni. Questa situazione si trascinerà tra storie già edite e comparsate degli X-Men originali in altre testate fino al maggio del 1975 momento in cui viene pubblicato lo storico Giant Size X-Men. Con quest'albo nasce sul serio il mito degli X-Men, quella che verrà denominata seconda genesi presenta una squadra internazionale assemblata da Len Wein e Dave Cockrum e già dall'uscita successiva passata nelle saldi mani di Chris Claremont, autore inglese che gestirà i fumetti degli Uomini X per sedici anni trasformando una sorta di brutto anatroccolo nel fumetto più venduto degli Stati Uniti per oltre un decennio. Con l'arrivo di John Byrne alle matite si compone poi una delle coppie entrate di diritto nella storia del fumetto di supereroi, proprio a loro, tra le altre cose, si deve la saga di Fenice Nera, una sequenza di storie considerate uno dei vertici del fumetto seriale americano.Questo prologo per mettere i puntini sulle i, il materiale di partenza, già sprecato in X-Men: Conflitto finale, è di ottima caratura, qui viene banalizzato e depauperato in un film scialbo, sbagliato nella gestione dei personaggi, noioso e superfluo e che mette nel peggiore dei modi la parola fine alla gestione degli X-Men da parte della 20th Century Fox che pure nel corso degli anni ci aveva fatto vedere delle buone cose. L'impressione è che con il passaggio dei diritti del sottobosco mutante a Disney/Marvel (era ora viene da dire) si sia voluta dare una sorta di chiusura frettolosa al mondo X già in calo qualitativo nell'ultimo X-Men - Apocalisse; essendo quella degli X-Men una branca dell'Universo Marvel che conta centinaia e centinaia di personaggi e un archivio di storie impressionante da cui attingere, è più che per altri brand necessaria una gestione coerente e filologica dei personaggi, cosa che al cinema non c'è mai stata e che almeno nello spirito era stata colta e in parte abbracciata dal solo Bryan Singer degli inizi, che con il primo X-Men del 2000 diede vita alla vera nascita del cinecomic moderno. Come si diceva più sopra le cose buone non sono mancate, bisognerà vedere se in casa Disney decideranno di dare un colpo di spugna su tutto ciò che è stato fatto finora o se opteranno per armonizzare quanto già abbiamo imparato a conoscere del mondo mutante con il resto del Marvel Cinematic Universe, le prime avvisaglie si sono viste in WandaVision con la presenza di Pietro Maximoff che arriva proprio dai film degli X-Men, tutto al momento rimane però molto criptico.
Le elucubrazioni sui possibili futuri cinematografici sono l'unica cosa degna che rimane sui titoli di coda di questo Dark Phoenix, film che paga un'eccessiva stanchezza nel reiterarsi degli schemi amico/rivale tra Xavier (James McAvoy) e Magneto (Michael Fassbender), entrambi interpretati da attori di razza che sembrano timbrare il cartellino per l'ennesima volta, sulla saga di Fenice Nera non mi dilungo in quanto totalmente svilita da un film che non regala un solo momento di phatos, nessuna emozione, e che inanella personaggi che sembrano vuoti burattini in contrapposizione a un nemico che poco c'entra con la storia originale e qui rappresentato da una Chastain su tacco dodici che ancora mi chiedo perché abbia accettato questo ruolo insulso e insignificante. Per il resto si segnala una buona sequenza action su un treno in corsa alla quale partecipano anche alcuni personaggi dei quali non è dato nemmeno sapere il nome tanto sono inutili, alcuni character vengono snaturati da una sete di vendetta e mancata compassione che di certo non gli appartengono, tutto si sviluppa grazie a una sceneggiatura che avrebbe fatto bene a rimanere chiusa in qualche cassetto o meglio ancora in un cestino della differenziata. Occasione sprecata ma almeno finisce qui, la curiosità su cosa faranno alla Disney con cast e personaggi in vista di futuri programmi è maggiore di quella creata da questo film, in Marvel sembra ci siano le uniche teste pensanti che sappiano come gestire un progetto coerente su un universo cinematografico condiviso, questo lascia ben sperare per gli Uomini X in attesa anche del rientro trionfale dei Fantastici 4.
Tristezza vera.
RispondiEliminaPersonaggi cancellati tanto per, quelli rimasti svogliati fino all'inverosimile, una Chastain banalissima e sciapa.
Si fa ricordare giusto per una Sophie Turner migliore di Famke Jannsen (non ci voleva molto, la sua Jean era imbarazzante) e per la scena sul treno che hai citato.
Il terzo episodio della prima trilogia l'ho rimosso, probabilmente lo rivedrò con mia figlia a breve. Ti dirò, a me non convince troppo nemmeno la Turner nei panni di Jean, almeno come presenza preferivo la Jannsen.
EliminaFilm che non mi ha fatto propriamente schifo ma che ho già rimosso dalla memoria, il che è tutto dire :D
RispondiEliminaTutto sommato se lo hai dimenticato potrebbe non essere un male 😂
EliminaIo non ho mai avuto il coraggio di vederlo.
RispondiEliminaContinua su questa strada che non te ne pentirai 😂
EliminaIncredibile come per ben due volte quella che forse è la storia migliore degli X-Men dei fumetti sia stata rovinata nella trasposizione cinematografica...
RispondiEliminaMadonna, non mi ci far pensare che in campo fumettistico Claremont e Byrne per me sono come la mamma e il papà...
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