sabato 8 febbraio 2014

L'ISOLA DEL TESORO

(Treasure island di Byron Haskin, 1950)

L'isola del tesoro è una fedele trasposizione dell'omonimo romanzo scritto dallo scozzese Robert Louis Stevenson nel 1883. La pellicola è anche il primo tentativo della Walt Disney Productions di cimentarsi con attori in carne e ossa; la scelta non poteva che orientarsi verso uno dei più grandi classici dell'avventura per ragazzi. Siamo negli anni '50, era ancora lontana la tradizione disneyana di proporre a famiglie e bambini personaggi e situazioni che andavano a braccetto con magia e fantasia, caratteristica tra l'altro spesso appannaggio dei film in tecnica mista come Mary Poppins o Pomi d'ottone e manici di scopa. Si guardava all'avventura con film come questo o con personaggi del calibro di Robin Hood, David Crockett e più avanti Zorro.

Per chi non conoscesse la storia, l'eroe con il quale i bambini possono identificarsi è il giovane Jim Hawkins (Bobby Driscoll) figlio dei proprietari della locanda che ospita il vecchio pirata Billy Bones (Finlay Currie). E' proprio quest'ultimo che in punto di morte cederà al piccolo Jim una mappa utile per ritrovare il tesoro dell'ormai defunto Capitano Flint e della sua ciurma di pericolosi pirati. Rivoltosi al Dottor Livesy (Denis O'Dea) per avere aiuto, il piccolo Jim partirà alla volta di una fantastica avventura alla ricerca del tesoro insieme al dottore, all'armatore Trelawney (Walter Fitzgerald) e al Capitano Smollett (Basil Sydney). A loro si unirà l'ambiguo cuoco di bordo, tal Long John Silver (Robert Newton) che si occuperà anche di procurare la ciurma per la spedizione.

Per i bambini d'oggi abituati a rutilanti film d'animazione in CGI non può essere un male tornare ogni tanto a godere del classico film di quelli che si facevano una volta, che presentava avventure sicuramente fuori dall'ordinario ma con un piglio più ancorato alla realtà e con una più immediata facilità d'identificazione (in fondo qui l'unico animale parlante è un pappagallo, cosa che in fin dei conti ci sta tutta). Certo che il ritmo è diverso, è necessario entrare nell'ottica d'idee di una visione più pacata e in alcuni frangenti meno dinamica nonostante qui l'azione non manchi. Azione che porta anche ferite e alla comparsa di un goccio di sangue di tanto in tanto, finalizzati però alla riuscita della narrazione. Un tipo diverso di prodotto che a mio avviso è bene recuperare ogni tanto.

La caratterizzazione di alcuni personaggi, a partire dalle scelte delle voci italiane, è molto marcata così lo spettatore potrà godere di un Long John Silver che non fatica a imporsi sulla scena, così come rimane impressa la comparsa di Ben Gunn (Geoffrey Wilkinson), gli attori sono parte di una vera e propria messa in scena con tutti i crismi. Nel complesso ne vien fuori una discreta trasposizione, un film non eccezionale ma che aprì alla Disney un nuovo mondo e che resta per noi spettatori moderni un'occasione per godere di un cinema più artigianale che oggi si fa sempre più fatica a trovare.

Jim Hawkins, Long John Silver, il Capitano Smollett e Ben Gunn

2 commenti:

  1. Lo lessi da ragazzina ma lo rileggerei volentieri. Io ultimamente ho riscoperto un altro classico un po' datato, Tre uomini in barca di Jerome ed è stato un piacere leggerlo anche se, alla fine... mi sono un po' lasciata andare...

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    1. Tre uomini in barca mi manca, non mi dispiacerebbe recuperare qualche classico della letteratura per ragazzi che ancora mi manca, negli ultimi anni ho letto qualcosa di Verne: Il giro del mondo in 80 giorni e Dalla Terra alla Luna.

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