(Seraphim Falls di David Von Ancken, 2006)
Caccia spietata è stato trattato dalla distribuzione italiana un po' come un fondo di magazzino, uscito nel 2006 arriva nelle nostre sale soltanto un paio d'anni più tardi e senza suscitare troppo clamore. Vuoi che il regista Von Ancken non sia proprio un nome di punta (per me un perfetto sconosciuto), vuoi che i ritmi non siano dei più frenetici (eufemismo per dire lenti), si tagliano via una ventina di minuti e il piatto è servito alla chetichella.
Siamo onesti, per alcuni versi forse Caccia spietata questo trattamento non se lo meritava, però... però se ci auspichiamo un rilancio del western moderno..., magari si passa anche di qua, ma le cose da rivedere sono parecchie. La versione integrale, quella che ho visto io, sfiora quasi le due ore lungo le quali le vere sorprese sono racchiuse più o meno nell'ultimo quarto d'ora, e ammetto che è davvero un bel quarto d'ora, ritmi lenti, niente sparatorie ma diversi scarti che allontanano il film dal western canonico. Non male.
Purtroppo tutta la prima parte del film non solo presenta una costruzione classica per il genere ma offre una narrazione scontata e prevedibile, allora le note positive si appoggiano inevitabilmente alla fotografia delle Ruby Mountains innevate, al bel volto di un Pierce Brosnan barbuto e credibile nella parte del fuggiasco disperato e a qualche buona sequenza. Nel mezzo però c'è parecchia noia, i tempi sono troppo dilatati se relazionati a quanto accade sullo schermo e alla qualità della narrazione. Per chi come me apprezza il genere, Caccia spietata non risulta essere un brutto film, però ne manca un bel pezzo per essere davvero soddisfacente. In più il volto di Liam Neeson in questo contesto non mi ha convinto per nulla a differenza di quelli arcigni della sua cricca.
È una storia di vendetta questa, Carver (Liam Neeson) assolda un manipolo di pistoleri prezzolati composto da Hayes (Michael Wincott), Parsons (Ed Lauter), dal giovane Kid (John Robinson) e da Pope (Robert Baker) per catturare vivo il solitario Gideon (Pierce Brosnan). Nel passato dei due avversari un conto in sospeso che verrà rivelato grazie ad alcuni flashback ma che voi potete agevolmente intuire dopo alcuni fotogrammi del primo. E, tranquilli, non vi sbaglierete.
Per il resto il film è una caccia all'uomo spietata tra montagne innevate e deserti infuocati, il passaggio da una stagione all'altra è visivamente affascinante e ha un che di simbolico, simbolismo che si accentua nella parte finale del film che stravolge le cose e che assolutamente si rivela la cosa migliore della storia. A un passo dal finale due begli incontri per i nostri protagonisti, quello con l'indiano Charon (Wes Studi) e quello con la venditrice Madame Louise (Angelica Houston).
Credo che, una volta tirate le somme, il film potrà essere apprezzato in una qual misura dagli amanti del genere, per tutti gli altri la noia potrebbe all'improvviso aggredire al collo.
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