mercoledì 14 settembre 2016

IL RESTO DELLA NOTTE

(di Francesco Munzi, 2008)

Non è un brutto film Il resto della notte e pure mi sembra che non possa dirsi veramente riuscito nonostante le intenzioni del regista, pur con i dovuti errori, siano evidentemente buone. Il film ha il fiato corto, manca del giusto respiro, quello che ti permette di farti coinvolgere da una storia e di apprezzarla a pieno. Come dicevo non è un brutto film e per me che sono torinese l'ambientazione sabauda regala sicuramente qualche motivo di interesse in più.

È la Torino degli estremi quella portata in scena da Munzi, quella che le persone della classe media come me (tendente alla medio bassa oramai) non bazzicano d'abitudine, è la Torino delle mega ville in collina ed è la Torino delle più povere case di ballatoio, abitate ormai solo da disperati e immigrati, è la Torino dei campi nomadi e dei cavalcavia di periferia, una Torino appunto poco battuta e affascinante. In questi contesti si contrappongono le vite della ricca famiglia dei Boarin, a quelle del rumeno Ionut (Constantin Lupescu) e dell'italianissimo e tossicodipendente Marco (Stefano Cassetti).

I disagi e i problemi della famiglia Boarin sono quelli di molte famiglie afflitte dalla piaga dell'avere tutto (piaga questa solo se non la si sa gestire): Silvana (Sandra Ceccarelli) è affetta da insicurezza e depressione dovute anche dalle poche attenzioni ricevute dal marito Giovanni (Aurélien Recoing) che dal canto suo tradisce la moglie con la giovane Francesca (Valentina Cervi) la quale non è felice della sua posizione di amante. Tutto più che prevedibile.

Ionut invece vive di furti ed espedienti, abita in povertà in un caseggiato a prevalenza araba, straniero tra gli stranieri, commette crimini spesso accompagnandosi a Marco, anche lui proveniente da una situazione difficile, tossico e inaffidabile, divorziato e con un figlio che vorrebbe vedere di più ma che è incapace di gestire, figura paterna totalmente sbagliata. Con Ionut anche il suo giovane fratello Victor (Victor Cosma). A unire tutti i destini la giovane Maria (Laura Vasiliu), ex amante di Ionut e governante presso la famiglia Boarin.


Il film è stato criticato parecchio perché fornisce una rappresentazione dell'immigrato sempre negativa (come peraltro fa anche con l'italiano Marco a dirla tutta). Questa è un'affermazione che non si può confutare, il film dà in effetti proprio quell'impressione anche se, leggendo tra le righe, sono più che convinto che non fosse quella l'intenzione di Munzi. Più interessante è capire perché alcune persone, straniere o italiane che siano, debbano essere portate a gesti estremi, schiacciate da povertà e disagi, quando ancora le differenze sociali sono così ampie e spaventose da diventare anch'esse barbarie, proprio tanto quanto i gesti più efferati compiuti dagli emarginati da questa bella e buona società.

Poi c'è un'altra cosa. A un certo punto nel ruolo di un funzionario di polizia compare il papà del mio amico Fabry. Ruolo di pochi secondi, senza battute, però il film mi perde inevitabilmente di credibilità. Il papà di Fabry ha sempre lavorato in banca, io ho passato giornate intere a casa sua, ho mangiato lì, ci ho studiato, e il papà di Fabry non ha mai fatto il funzionario di polizia in tutto questo tempo. Certo, per il 99,99% periodico degli italiani quello di Francesco, il papà di Fabry appunto, sarà un volto come un altro, però per me il film perde di credibilità :)

Comunque il physique du rôle c'è tutto, bravo Francesco!

4 commenti:

  1. Ammetto di non aver mai nemmeno sentito noninare questo film, addirittura girato a Torino!
    Probabilmente il classico film che gira un paio di festival, non ottiene premi, non viene praticamente distribuito e finisce nel dimenticatoio con buona pace di chi può averci investito impegno e denaro.

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    1. Infatti fu presentato alla Quinzaine di Cannes l'anno della sua uscita. Può essere un film interessante per vedere Torino sullo schermo, per il resto, oltre alle faccie azzeccate, c'è poco di memorabile.

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  2. Munzi era ancora acerbo, ma con "Anime Nere" si è rifatto

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    1. Si parlava bene anche del suo Saimir, sono abbastanza convinto che Munzi sia un regista comunque interessante e da seguire, qui non ha fatto centro pieno, almeno per come la vedo io, però gli altri suoi film li guarderò volentieri.

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