(The woman in the window di Joe Wright, 2021)
Per prima cosa bisogna decidere se guardare a La donna alla finestra come all'ennesimo thriller tratto da un romanzo di successo, nel qual caso il film potrebbe anche non essere così interessante in quanto totalmente derivativo, oppure se considerarlo una sorta di piccolo manuale/omaggio al cinema di questo genere, cosa che sembra apertamente dichiarata e suggerita dalle scelte dello stesso Wright; in tal caso il film acquista un suo senso ludico, affettivo e di slancio sentimentale verso un certo tipo di cinema che, mischiato alle buone soluzioni di regia di Wright, dona una luce all'opera decisamente più interessante e divertente. Sotto quest'ultimo punto di vista a mio parere il film si scopre riuscito e accattivante, senza mai avere la pretesa di spostare di una virgola quanto già detto e fatto per il thriller psicologico in interni. Il riferimento più chiaro, palesato dalla prima citazione messa in campo da Wright, è proprio a uno dei capostipiti del filone, l'intramontabile La finestra sul cortile del maestro Alfred Hitchcock che rimarrà l'ispirazione cardine dell'intero film.Anna Fox (Amy Adams) è una psicologa infantile che soffre di agorafobia in seguito a traumi sepolti nel suo passato, è separata dal marito (Anthony Mackie) che ha in custodia la loro piccola bimba. Anna è in cura dal suo terapista, le sedute non hanno però molto successo, l'idea di uscire di casa la terrorizza e la terapia prescritta dal medico viene spesso accompagnata da abbondanti dosi di vino che non aiutano a migliorare la situazione. Anna non esce mai di casa, ogni tanto riceve qualcuno, il suo terapista o David (Wyatt Russell), l'inquilino a cui ha affittato il suo seminterrato, ma essenzialmente vive sola, guarda vecchi film di Hitchcock alla tv, beve. Per passare il tempo guarda fuori dalla finestra, osserva cosa accade negli alloggi del condominio di fronte casa sua. Quando in uno degli appartamenti sfitti si trasferisce la famiglia Russell, i vari membri vanno a trovare la nuova dirimpettaia: prima il figlio Ethan (Fred Echinger), un quindicenne non troppo sereno, proprio la materia professionale di Anna, la madre Jane (Julianne Moore), molto espansiva e fuori dalle righe, e il serioso padre Alistair (Gary Oldman). Intenta a dedicarsi alla sua pratica preferita, Anna assiste al compiersi di un delitto in casa Russell, da quel momento inizia una caduta verso il baratro tra lucidità e follia che culminerà in un finale finalmente all'aria aperta.
Joe Wright gioca a carte scoperte, la sua protagonista guarda La finestra sul cortile e il film dichiara il suo intento, ma ci sono anche sequenze più subdole da decifrare come la celebre scena realizzata per Hitchcock da Salvador Dalì per Io ti salverò che si intravede sullo schermo di Anna, anche lì c'erano thriller e psicologia, ma anche la citazione de La donna che visse due volte può trovare almeno due proiezioni ne La donna alla finestra che non approfondiamo per evitare qualsiasi tipo di spoiler. Nelle scelte di regia si perpetra l'atto di ricostruzione del genere, alcuni movimenti di camera richiamano proprio La finestra sul cortile in maniera limpida, lo stesso lavoro si legge in tutte le riprese di interno sulla casa della protagonista, anche in questo senso tutto è molto studiato, la scenografia di Thompson e la fotografia di Delbonnel rinforzano la sensazione di stare dentro un'opera prettamente cinematografica. Il versante sul quale il film pecca è indubbiamente la sceneggiatura, prevedibile e stravista, ma il punto è proprio che per godere appieno di questo film è necessario spostare l'occhio (che torna e ritorna) e assumere uno sguardo laterale, vedere questo film come un omaggio, la stessa accelerazione finale con il confronto tra Anna e XXX sembra richiamare un tipo di thriller diverso rimanendo sempre nella "scuola del cinema", nel canone, è un po' come se per creare questo film si siano uniti diversi standard amalgamati in una partitura finale che altro non è che un atto d'affetto verso il passato. Se non si tiene conto di questi aspetti il film pecca di poca originalità (e ci mancherebbe) e nella suspense.
La donna alla finestra è ben girato, tecnicamente molto valido, Amy Adams offre una delle sue belle prove, dolente, un po' folle, si estranea in qualche passaggio di stampo teatrale a movimentare il tutto, Gary Oldman e Julianne Moore forzano la recitazione come richiesto dal copione, assecondano la struttura che si chiude in maniera abbastanza prevedibile. Allo spettatore scegliere che film guardare: se sceglierete il thriller rimarrete probabilmente delusi, se opterete per l'operazione metacinematografica allora c'è di che godere.
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