domenica 30 dicembre 2012

SAVARESE

di Robin Wood e Domingo Roberto Mandrafina

A Robin Wood probabilmente piace sterminare le famiglie. La sorte toccata già a uno dei suoi personaggi più celebri, Dago il giannizzero nero, segna anche il destino del giovane Giovanni Savarese. Siamo nel 1920 in un piccolo paese della Sicilia all'imbrunire di un giorno come tanti, uomini seduti al bar, vecchie signore sui balconi, lo scemo del villaggio che porta a spasso un barattolo di latta. Ma l'aria è pesante, ci sono questioni in sospeso e gli uomini di Don Fabio Graziano attendono gli esponenti della famiglia Savarese, gente per bene che non si vuole piegare. L'incontro finisce in tragedia come era prevedibile, il piccolo Giovanni è costretto a fuggire a Palermo, ospite di poco amorevoli zii. La vita è dura, le umiliazioni sono insopportabili e a quei tempi il passo per lasciarsi tutto alle spalle, compreso l'orrore insensato delle famiglie mafiose, è uno solo, unica la meta: l'America.

Non sarà facile per Giovanni, ragazzo mingherlino, sveglio e di buone maniere, entrare nel nuovo continente e iniziare una nuova vita. Dalla sua il ragazzo ha la capacità di farsi ben volere, la voglia di lavorare duro e un senso di giustizia che non mancherà di procurargli pensieri e dolori. Purtroppo l'America offre sì delle opportunita, ma il nuovo John Savarese si troverà continuamente di fronte a violenze e ingiustizia, alle cosche mafiose provenienti dalla sua terra natia come alle bande di delinquenti irlandesi o polacche. La storia americana è giovane ma già immersa in fiumi di sangue e violenza, una realtà alla quale il giovane John cercherà di opporsi con i suoi pochi mezzi.

La narrazione di Robin Wood (argentino nonostante il nome) si può definire semplicemente classica, cadenzata da episodi di una quindicina di pagine l'uno. La successione degli eventi è lineare, la storia di Giovanni procede grazie all'interazione del protagonista con un'enorme galleria di comprimari, alcuni decisamente importanti per la crescita del personaggio altri funzionali alla vicenda sviluppata nel singolo episodio. Come succede anche in Dago e in generale in molte historietas di origine Argentina, i vari tasselli contribuiscono a creare un insieme narrativo coerente tale da permettere al lettore di affezionarsi ai personaggi e appassionarsi alle loro vicende. Vicende ammantate di realismo grazie a situazioni note come il passaggio ad Ellis Island fino all'incontro con personaggi dell'epoca realmente esistiti come Al Capone. Le vicissitudini narrate sono rese ancor più credibili dal tratto di Mandrafina sempre attento e preciso soprattutto nel tratteggiare ambienti d'epoca, veicoli e vie di New York, una resa d'atmosfera eccezionale. Forse la carta usata dall'Aurea per la collana Mastercomix, essendo porosa, impasta un po' i neri a discapito del lavoro del disegnatore, la versione presentata qualche anno fa su carta lucida ne I maestri del fumetto presentava una resa di miglior qualità. La pecca, insieme alla mancanza di qualsiasi articolo o editoriale, è compensata dal fatto di poter ammirare per intero (salvo imprevisti) la saga di questo personaggio nato nel lontano 1977.

Ammetto che questa edizione può dare l'impressione di essere un po' tirata via come si suol dire, però se vi piacciono le storie dove c'è il bene e c'è il male, dove c'è ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e nel mezzo solo uomini comuni a decidere da che parte andare, Savarese val bene la spesa. In fondo parliamo di volumazzi da 194 pp. a 6,90 che escono ogni due mesi (se va bene). Fatevi due conti.

9 commenti:

  1. Ottima la scuola argentina, non conosco questo fumetto e manco Wood, ma sembra interessante.

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    1. Robin Wood è tra gli autori più prolifici della scuola argentina, da quel che ho potuto vedere è davvero un'ottimo narratore, uno che conosce i meccanismi dietro alle storie. Da provare :)

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  2. Ti dirò che la trama mi piace...Thank you very much ;)
    p.s. che bella questa tua passione..io non sono mai stata una grandissima lettrice di fumetti, e me ne rammarico..e ora è troppo tardi per recuperare...è tardi perché già mi trovo a dover gestire nei ritagli di tempo le mie passioni : fotografia ,cucina e lettura ( leggo un botto ! )..chissà, magari, pian piano..potrei vedere di cominciare ad inserire anche qualche fumetto..che poi, tra le altre cose, mi hanno sempre affascinata.
    Buona domenica :)

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    1. Ma si, alternando a un tot di libri un volume a fumetti ogni tanto è fattibile, non è mai troppo tardi per cominciare :)

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  3. Famme capi': c'è uno che scrive e uno che disegna? Non sono mai la stessa persona, o può capitare?
    La carta porosa è più affascinante della lucida, soprattutto se la storia è sporca rende meglio.. il disegno sbavato però no, non va bene!

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    1. Non c'è una regola! A volte, specie nelle graphic novel, l'autore è unico e fa tutto da sè. A volte c'è un team creativo scrittore/disegnatore/inchiostratore/colorista, etc...

      In fondo può capitare che uno sia bravissimo a scrivere e una capra nel disegno, niente di più facile.

      La carta porosa anche a me non dispiace, nello specifico però mi sembrava rendesse meglio la lucida ma non è un grosso problema :)

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  4. Non so se mi sono capitate sotto mano un paio di copie particolari, ma il volume che ho sfogliato in edicola io non l'ho preso per la pessima qualità di stampa. Era davvero terribile. Tutto impastato, a tratti illeggibile. Mi chiedo quando l'Aurea farà davvero tesoro dell'enorme potenziale delle serie delle quali detiene i diritti. Con XIII formato bonelli (ma più alto di un paio di centimetri) sembrano aver fatto un lavoro discreto. Ma su i MasterComix riponevo parecchie speranze. Invece finora sembrano lontani anni luce dalla qualità dei loro vecchi "Giganti dell'Avventura". Peccato perché proprio Savarese, insieme a Cayenna e Spaghetti Bros (che non è di Wood) sono tra le migliori serie argentine di sempre. Spero riescano presto a migliorare questo aspetto tecnico.

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    1. L'impressione che nella collana sia riposta poca cura rimane evidente, la mia copia però è perfettamente leggibile, senza sbavature. Nel primo volume della collana non erano riportati neanche i nomi degli autori, sono in miglioramento :)

      Si può e si deve fare di meglio. Però non avendo mai letto Savarese (se non il primo volume già pubblicato meglio ne I maestri...) penso che prenderò anche i seguenti.

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