mercoledì 8 febbraio 2017

THE BRONZE BANANAS

Altra segnalazione dritta dritta dai Magazzini, questa volta tocca ai The Bronze Bananas!

Si ok, è inverno, lo sappiamo. Immaginate per un momento però che stia tornando il sole, che il gelo alle ossa sia un lontano ricordo e che un discreto tepore pervada ora la vostra pelle. Non deve per forza essere un caldo afoso, piuttosto il calore della tarda primavera, anche quello basterebbe. Pensate di abbandonare la città, i cumuli di cemento e le spianate d’asfalto. Chiudete gli occhi e immaginate di essere su un prato verde, con i piedi scalzi tra i fili d’erba, una lieve brezza vi solletica il viso. Riaprite gli occhi e siete in Romagna, a pochi chilometri dal mare, nell'aria aleggia un profumo di salsedine. Inforcate la bicicletta e giù a rotta di collo verso la spiaggia, i problemi alle spalle, davanti a voi ore liete fatte di costumi sgargianti, sabbia tra le dita dei piedi, palloni di plastica dai colori vivaci, bibite fresche, buon umore, magari giusto un pizzico di malinconia. Il vento si alza e vi stampa in faccia la pagina di un giornale volato via da chissà dove. Guardatelo, porta una data dei primi anni ’60. Se volete, in sottofondo potete piazzarci l’esordio dei The Bronze Bananas.

Rimanda al pop di quegli anni questo disco frizzante e divertente, leggero come una bibita fresca ma dalle molte sfumature, declinazioni coerenti all'interno di un sound ben definito che la band ha fatto proprio nell'arco delle undici canzoni in scaletta, a partire proprio da Dreaming, brano grazie al quale si può sognare di immergersi nelle atmosfere di cui sopra. Chitarre delicate, indole sentimentale, piglio d’altri tempi, falsetti e controcanti, tutto a ricreare un’atmosfera che non è più. Anche con la successiva Many Ways si guarda ai 60, al beat con alcuni incursioni anche nel pop del decennio precedente. Anche passando a sprazzi di surf e inclinazioni brit pop (One night stand) la cifra stilistica delle Banane di Bronzo rimane riconoscibile, si devia leggermente nella parte centrale dell’album con Nobody’s child e Controtempo, brani forse meno assimilabili nell'immediato e che passando dall'inglese all'italiano perdono un filo di fascino. Con The woman for me si vivacizza la proposta, grazie a un rock lieve e colorato, che cita i sessanta, attualizzandoli un poco (operazione già riuscita ad altri e che ha portato al successo band come Smash Mouth e simili), con le chitarre che graffiano, ma non troppo (in questo senso si potrebbe osare qualcosa di più). L’interesse, poi, cresce, quando i ragazzi lasciano la strada maestra per inoltrarsi in territori spruzzati di leggere vene psichedeliche, al lordo di una matrice pop predominante (Billy the psycho), un po’ come farebbero dei nostrani Kula Shaker (fermo restando i dovuti distinguo). Indovinata la scelta del singolo abbinato a un video che ben rappresenta l’indole del gruppo: Watching the rain mette in risalto l’aspetto più giocoso e volutamente scanzonato del gruppo, divertente ma soprattutto divertito, che gioca con soluzioni di presa immediata, scelta, questa, che ricorda soluzioni adottate anche da grandi nomi del brit pop, come gli Oasis di The importance of being idle, tanto per citarne una. La chiusura Goodbye song è, invece, quasi un divertissement dai toni hillybilly.

Rimanendo nel campo dell’intrattenimento leggero, divertente, i The Bronze Bananas cercano di non farsi mancare niente pur riuscendo a costruirsi uno stile unitario e personale. Le quattro banane arrivano da Forlì, sono Francesco Giunchedi (voce, chitarra e tastiere) anche autore di tutti i brani, Marco Fiorci (voce, chitarra e tastiere anche lui), Fabiano Nati (voce e basso) e JJ Grroveman (batteria e percussioni). Nel complesso la band è riuscita a costruire un disco ben equilibrato dalle inclinazioni ben definite, armonioso e senza cadute di tono. La strada è tracciata, ma se proprio volessimo azzardare qualche consiglio, propenderemmo per un suono un po’ più ruvido e devozione totale alla lingua inglese. In fin dei conti, però, può andar bene anche così.




The Bronze Bananas, 2016 - La Fame Dischi

Francesco Giunchedi: voce, chitarra, tastiere
Marco Fiorci: voce, chitarra, tastiere
Fabiano Nati: voce, basso
JJ Grroveman: batteria, percussioni

Tracklist:
01  Dreaming
02  Many ways
03  One night stand
04  Nobody's child
05  Controtempo
06  The woman for me
07  Fool
08  Billy the psycho
09  Watching the rain
10  Sunshine
11  Goodbye song

4 commenti:

  1. Grazie per questo ascolto inaspettato.
    La canzone mi è piaciuta parecchio, davvero :O
    Me la risento pure.

    Moz-

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    Risposte
    1. Se ti è piaciuta può valer la pena ascoltare tutto il disco, tra diverse variazioni lo stile risulta comunque compatto e omogeneo, se ti piace questa è facile che ti piacciano anche altre cose delle Banane di Bronzo.

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