(di Joaquim Dos Santos, Kemp Powers, Justin K. Thompson, 2023)
Nel 2018 usciva Spider-Man: Un nuovo universo, diretto da un altro team di registi sempre per la Sony Pictures Animation (i tre erano Persichetti, Ramsey e Rothman). L'uscita di questo film d'animazione fu una bellissima sorpresa, una boccata d'aria fresca per un'opera che sembrava sul serio portare l'animazione un passo avanti, un salto nel futuro a mezzo di qualcosa che aveva il profumo di nuovo, originale, mai visto e dannatamente ben riuscito. Questo Spider-man: Across the Spider-Verse, sequel di Un nuovo universo, non ha tra le frecce al suo arco quell'effetto sorpresa suscitato dal primo capitolo, ciò nonostante il film di Dos Santos, Powers (già direttore di Soul della Pixar) e Thompson si avvicina moltissimo all'essere un capolavoro, di certo per quel che riguarda il cinema d'animazione ma al netto di questo, Across the Spider-Verse si ritaglia anche un posto tra i film migliori del genere supereroico (di certo il migliore di quest'anno finora). Inoltre, assodato il lavoro strepitoso compiuto sul versante dell'animazione (altro Oscar in arrivo?) Across the Spider-verse è anche un film riuscitissimo nel suo narrare l'adolescenza, il rapporto difficile che si ha a quell'età con gli adulti, con i genitori, persone che cercano in ogni modo di far la cosa giusta per i propri figli, per mantenerli al sicuro e proteggerli e che facendolo sbagliano inevitabilmente qualcosa, spesso per troppo amore o per difficoltà nel capire i giovani e i tempi, i cambiamenti, le loro reali aspirazioni. Insomma, se l'aspetto tecnico è semplicemente stupefacente, quello narrativo tiene il passo, per non parlare poi del ritmo indiavolato che fa passare queste due ore e venti in un baleno (sì, i film brevi sembra non si possano più fare nel circuito mainstream).Nell'universo del Nostro Miles Morales, a.k.a. Spider-Man, non ci sono più gli amici che il ragazzo aveva conosciuto durante la passata avventura, gli Spider-Men delle altre dimensioni sono tornati a casa loro, così Miles si barcamena tra un forte senso di mancanza per l'amica Gwen, i problemi scolastici, la vita da Spider-Man e le aspettative dei suoi genitori che Miles non vorrebbe deludere ma che spesso non coincidono con i desideri del ragazzo. Nel frattempo, in un altro universo, Gwen affronta problemi simili: il difficile rapporto col padre, poliziotto che dà la caccia a Spider Woman inconsapevole che questa altri non è che sua figlia, la mancanza di Miles e le sfide con avversari provenienti da altre dimensioni. Al termine di uno di questi scontri Gwen viene reclutata dal riluttante Miguel O'Hara (lo Spider-Man del 2099) e da Jessica Drew (un'altra Spider-Woman) per entrare a far parte della Spider Society, un gruppo di Spider-Men provenienti da vari universi che tentano di tenere insieme il tessuto del multiverso cercando di evitare contaminazioni tra le varie realtà e assicurando che alcuni eventi, dei nodi focali, non vengano mai alterati nelle varie realtà per evitare spiacevoli e complicati effetti a cascata. Ma a sconvolgere il multiverso sarà proprio uno dei nemici di Miles, un criminale all'apparenza di mezza tacca ma ben determinato a vendicarsi di Spider-Man per quanto successo durante il loro precedente incontro: La Macchia. Per ripristinare il multiverso e fermare i piani di vendetta della Macchia, Spider-Man e la Spider Society dovranno collaborare, ma i sacrifici per rimettere tutto a posto sembrano essere di quelli impossibili da accettare.
Il film, che alla sceneggiatura vede Lord e Miller già artefici dei brand di Piovono polpette e The Lego Movie (Lego presenti anche in Across the Spider-verse), indovina perfettamente un connubio di più linguaggi: il primo è il melting-pot tecnico-visivo che unisce una serie di stili d'animazione differenti capaci di restituire la ricchezza che dovrebbe logicamente essere propria di un multiverso. È possibile che, posto che finissimo davvero tutti risucchiati in un altro universo, questo si presenti identico al nostro? E se la risposta fosse no, come appariremmo noi in quell'altro universo? Forse come un'anomalia, un segno grafico differente e distinto che potrebbe comunque convivere con quelli dell'altro universo e che potrebbero diventare una miriade e coesistere tutti insieme in caso di multiverso. Ecco, un pochino Spider-Man: Across the Spider-verse ci restituisce questa idea, moderna e ingarbugliata, che sul grande schermo però funziona maledettamente bene e ha la capacità di lasciare lo spettatore con la bocca aperta per l'intera durata del film. Oltre alla meraviglia visiva c'è un altro linguaggio che funziona bene (o almeno così mi sembra), il film parla ai giovani, i protagonisti usano mezzi e abitudini dei ragazzi e veicolano con le loro storie un sentire che potrebbe essere di molti adolescenti, i rapporti tra i personaggi sono ben sviluppati, quegli con gli adulti, più conflittuali, anche, magari un pizzico "cinematografici" ma nei concetti di base credibili. Funzionano anche molto bene il linguaggio musicale che accompagna le avventure di Miles Morales e soci e quello puramente da Marvel-fan, con una buona dose di riferimenti alla Casa delle Idee (bellissima la comparsa dello statico Spider-Man dei cartoni animati anni 70) e alla tradizione del mondo dell'Uomo Ragno. C'è davvero poco che si possa rimproverare a questo film, piccolo (ma neanche tanto) capolavoro immaginifico, uno di quelli che un domani forse indicheremo come precursore per nuove strade che sicuramente vedranno in futuro il loro giusto sviluppo.
Nessun commento:
Posta un commento