venerdì 3 gennaio 2025

LA VALANGA AZZURRA

(di Giovanni Veronesi, 2024)

Pur non essendo un grande appassionato di sport (e in generale nemmeno di documentari a tema sportivo) devo ammettere il mio debole per lo sci, disciplina che seguo invece con continuità e con una certa passione pur non avendo mai inforcato un paio di sci in tutta la mia vita. Questa è la principale ragione, diciamo pure l'unica, che mi ha spinto a guardare il documentario di Veronesi insieme all'affetto nutrito per Paolo De Chiesa, qui tra i protagonisti e ormai presenza fissa in casa nostra da parecchi anni in veste di commentatore per la RAI delle gare di Coppa del Mondo di sci (e mondiali, gare olimpiche, etc...). Manca per chi scrive l'effetto nostalgia provato da Veronesi stesso e dal giornalista Lorenzo Fabiano che qui lo accompagna nella ricostruzione di un'epoca, due uomini che per meri motivi anagrafici hanno potuto vivere le emozioni e i trionfi che la valanga azzurra ha regalato a tanti italiani e al Paese, trionfi che, sempre per le solite ragioni anagrafiche, io non ho vissuto in prima persona (e poi a casa nostra, quando io ero piccolo, lo sci non si sapeva nemmeno cosa fosse, i più grandi esperti mondiali in materia per me erano Heidi e suo nonno). La storia della nazionale italiana di sci degli anni 70 è in ogni caso una di quelle che meritano di essere ricordate (tenendo sempre a mente che lo sci è uno sport individuale e non di squadra), per apprezzarla non è quindi necessario averla vissuta in diretta, anche per chi è arrivato con un poco di ritardo questo La valanga azzurra si rivelerà una bella visione, un modo per conoscere anche gli altri protagonisti di quell'epoca oltre agli ancor oggi notissimi Gros, Thöni e De Chiesa.

Giovanni Veronesi, nell'assemblare la storia della nostra valanga azzurra, si ritaglia un ruolo di co-protagonista all'interno del film in qualità di intervistatore onnipresente, attore di siparietti più o meno comici con i vari protagonisti, rievocazioni dei fatti dell'epoca insieme al sodale Fabiano e mettendoci addirittura alcuni filmini di gioventù che dimostrano la sua precoce passione per lo sci e di conseguenza per questo gruppo di uomini che fecero la storia di questo sport (di donne si parla poco, giusto un accenno) e raccontandoci anche il suo prematuro ritiro dalle piste causa infortunio e conseguenze calata della mamma a vietare questa pratica così pericolosa per i suoi pargoletti. Lo scenario che prende corpo dinnanzi agli spettatori ignari dei dettagli di quegli anni ormai lontani nel tempo, descritti con trasporto da Lorenzo Fabiano, tratteggiano un momento storico sportivo in cui la nazionale italiana di calcio non regalava grandi soddisfazioni, un elemento che contribuì in parte a far balzare alle stelle la popolarità delle imprese di questa squadra di grandi campioni (così come di quella del tennis di quel periodo) capaci di innalzare lo sci a livelli altissimi non solo di popolarità ma anche in termini di indotto economico trasformando uno sport per pochi eletti in una pratica decisamente più diffusa e alla portata di molti. E allora via con le imprese di Gustavo Thöni, vero cardine della squadra attorno al quale emersero e crebbero i vari Piero Gros, Paolo De Chiesa, Rolando Thöni, Franco Bieler, Fausto Radici e diversi altri ancora.

La narrazione corre sciolta e il registro leggero scelto da Veronesi rende piacevole la visione, ci si sofferma molto, ovviamente, sulle vittorie e su alcune delle imprese chiave del periodo, sulla rivalità tra Thöni e il grandissimo Ingemar Stenmark (che contribuì non poco alla fine del periodo d'oro della valanga), sulle dinamiche di squadra con focus particolari sul lavoro dell'allenatore Oreste Peccedi e su quello del commissario Mario Cotelli, personaggio non benvisto proprio da tutti, al contrario dello stimatissimo Peccedi. Ci si sofferma forse poco sugli aspetti negativi del periodo, sulle tragedie all'epoca non così inusuali (quelle immagini degli sciatori che si schiantano sulla casetta), sulla sicurezza da migliorare, sull'allontanamento degli sciatori "sindacalisti" e anche sulla vicenda per molti aspetti tragica (che per fortuna può raccontare lo stesso protagonista) accaduta a De Chiesa, vicenda che in molti ancora non conoscono, un momento forse arrivato un po' così nell'economia del documentario ma sicuramente sentito, doloroso e che ci fa amare ancora un po' di più il nostro Paolino. Alla fine ne esce un docufilm scorrevole, divertito, simpatico che inquadra per sommi capi periodo e campioni donando il giusto tributo a un gruppo di (ex) ragazzi che tanto hanno dato al loro sport e alla nostra nazione, in attesa che quei tempi, almeno al maschile, ritornino (le nostre donne in realtà già si difendono molto, molto bene).

mercoledì 1 gennaio 2025

STRANGE WORLD - UN MONDO MISTERIOSO

(Strange world di Don Hall e Qui Nguyen, 2022)

Durante le festività natalizie è sempre piacevole mettersi sul divano, infilarsi sotto una bella copertina e, bevanda calda alla mano, andarsi a recuperare qualche bel cartone animato; così, dopo aver visto il fallimentare Wish di casa Disney, abbiamo fatto un passo indietro recuperando anche il classico precedente uscito a fine 2022, Strange World - Un mondo misterioso che vede alla regia un quasi veterano Don Hall che all'attivo vanta già Winnie the Pooh - Nuove avventure nel bosco dei 100 acri, Big Hero 6, Oceania e Raya e l'ultimo drago; per questo Strange World Hall è coadiuvato alla regia dal collega Qui Nguyen già soggettista di Raya. Proprio quest'ultimo titolo, che vedeva già coinvolti i due artefici di Strange world, preoccupava un poco per l'esito di questo nuovo film; per ricordare di che cosa parlasse Raya (film anonimo come Wish ma meglio realizzato) sono dovuto andare a rileggere il commento al titolo in questione, cosa che dimostra come l'opera nulla abbia lasciato alla memoria. Allo stesso modo anche Wish, a pochi giorni dalla visione, sta iniziando a sgretolarsi nella mia mente, film più attento a non scontentare nessuno che non a costruire un qualcosa di seppur minimamente interessante o coinvolgente. Diciamo quindi che non si è partiti proprio con il piede giusto nell'affrontare questa visione e invece, sorpresa sorpresa, Strange world si è rivelato un prodotto ben confezionato, divertente e con diverse frecce al suo arco (temi) su cui costruire una bella storia; magari mai diventerà uno dei capisaldi di casa Disney ma almeno il film offre un intrattenimento ben più che piacevole anche se, dati alla mano, anch'esso al botteghino è andato maluccio, facendo così un bel buco nell'acqua (e non solo). C'è da dire che oggi Disney ha la possibilità di recuperare pubblico e soldi con gli abbonamenti su piattaforma, lì pare che Strange world abbia fatto faville, diventa più difficile quindi inquadrare se un film nel complessivo arco di fruizione possa considerarsi o meno un vero flop, diciamo che almeno in prima battuta Strange world (come altri prodotti della Disney più recente) non ha di certo "spaccato".

Avalonia è una ridente cittadina incastonata nel mezzo di montagne invalicabili, quindi un poco isolata e con qualche difficoltà in fatto di innovazione e progresso. Per fortuna tra i suoi abitanti ci sono i Clade; papà Jaeger è un intrepido avventuriero disposto a tutto pur di valicare le montagne e andare alla scoperta di nuovi mondi e nuove possibilità per Avalonia, suo figlio Searcher, più mite e riflessivo, è più il tipo dello studioso, uno che cerca di tirare fuori il meglio dalle risorse a disposizione, da ciò che offre la terra, e per questo poco apprezzato dal padre che vorrebbe un discendente coraggioso e scavezzacollo come lui, pronto a buttarsi a capofitto verso l'incognito. Durante una spedizione alla quale partecipano anche il sindaco Callisto Mal e altri avventurieri i Clade si separano: Jaeger andrà incontro all'incognito senza far più ritorno a casa, Searcher si fermerà a studiare una nuova pianta, il Pando, dalla quale riuscirà ad estrarre l'energia necessaria ad Avalonia per fare il balzo in avanti e ottenere così luce elettrica, mezzi tecnologici, sostentamento e una vita moderna ed equilibrata. Searcher diverrà così un vero eroe per Avalonia, si dedicherà alla coltivazione su vasta scala del Pando, si sposerà con la coltivatrice Meridian dalla quale avrà anche un figlio, un ragazzo in gamba di nome Ethan. Dopo alcuni anni il Pando inizia a perdere le sue capacità energetiche, il problema sembra arrivare direttamente dalle radici, dalle profondità della terra, insieme a Callisto il mite Searcher sarà costretto a imbarcarsi in una nuova e pericolosa avventura nel tentativo di salvare il Pando e Avalonia tutta, sarà seguito dalla sua famiglia in un viaggio in uno "strano mondo" sotterraneo dove ritroverà suo padre e dovrà fare i conti con una serie di "legami di famiglia" tutti da scoprire e imparare ad apprezzare.

Se Wish si apre tornando al classico librone delle fiabe con le pagine che si sfogliano da sole che caratterizzava i primi storici lunghi d'animazione Disney, Strange World - Un mondo misterioso, tenendo fede al suo genere d'elezione, offre una bellissima apertura che omaggia i fumetti d'avventura vintage, i pulp magazines alla Doc Savage, i libri di genere per ragazzi, sfoggiando inoltre un logo che non può non riportare alla mente uno dei più grandi eroi d'avventura moderni, l'intramontabile Indiana Jones di Steven Spielberg. E in fondo questo è Strange World, un bel film d'animazione di genere avventuroso, magari non troppo innovativo ma ben realizzato, ben saldo nel suo genere e con delle cose da dire, magari non tutte inserite al meglio nel contesto generale ma che garantiscono più livelli di lettura e un intrattenimento più interessante di quel che l'anno successivo la Disney realizzerà con Wish. Al centro della narrazione ci sono i legami familiari padre/figlio e lo scontro tra generazioni. Hall e Nguyen ci presentano due padri, di diversa fattura, che cercano di forzare i loro figli a seguire le loro stesse orme e a forgiarli secondo la propria natura: Jaeger vede in suo figlio un animo troppo mite, poco avventuroso e non accetta i suoi interessi per il mondo circostante, quello più a portata di mano; allo stesso modo Searcher non accetta che suo figlio Ethan abbia una grande ammirazione per il ritrovato nonno e che nei suoi desideri sia più simile a lui che al suo stesso padre. A differenziarlo da entrambi, questione che apre un bel discorso, anche incoraggiante sulle nuove generazioni, il fatto che il ragazzo sia più attento all'ambiente, alla vita e al rispetto per l'altro dei componenti più anziani della sua famiglia. C'è un concetto di famiglia ampio e moderno nel film, anche esageratamente inclusivo (papà bianco, mamma nera, figlio gay, cane disabile, donna macho e super affermata, etc..) come ora sembra essere d'obbligo, unico punto gestito con superficialità, non ci sono temi e approfondimenti a riguardo, alcune scelte sono ingenue, il nonno ad esempio è un uomo d'altri tempi che rompe le scatole su tutto ma accetta di buon grado le relazioni omosessuali del nipote, un po' un controsenso per il personaggio, diciamo che questo potrebbe essere l'ideale punto d'arrivo in una società dove l'inclusività sarà la prassi, il tutto andrebbe però gestito con un poco di senso e non solo tanto per fare. Il film (no spoiler) si avvia alla fine con una bella nota ecologica che chiude il cerchio di una narrazione nel complesso ben realizzata e divertente, visivamente colorata e strutturata con la giusta dovizia di particolari e attenzione. Magari Strange world sarà stato un flop al botteghino ma dal punto di vista qualitativo in fondo non ci si può lamentare.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...