venerdì 26 novembre 2010

VERO COME LA FINZIONE

(Stranger than fiction di Marc Forster, 2006)

Harold (Will Ferrell) è un timido impiegato dell'I.R.S., l’agenzia fiscale statunitense. Ogni mattina si sveglia al suono del suo orologio da polso e comincia la sua giornata seguendo una sorta di rigoroso e maniacale programma mentale. Si lava i denti e conta quante volte li spazzola dall'alto in basso e quante dal basso verso l’alto, si annoda la cravatta sempre nello stesso modo, nel tragitto verso la fermata dell’autobus conta i passi e vi arriva ogni giorno sempre alla stessa identica ora. In ufficio risolve mentalmente operazioni complicate in un solo secondo, tutti i giorni si prende gli stessi minuti di pausa e compie ripetutamente le stesse azioni. E si va avanti così giorno dopo giorno.
Per lo spettatore tutto questo viene sottolineato da una grafica che mette in evidenza sullo schermo tutti i vari numeri che scandiscono l’esistenza di Harold.
Una voce narrante ce ne descrive ripetutamente le azioni.

Un mattino di un giorno qualunque l’orologio suona, Harold si alza e va a lavarsi i denti, conta le spazzolate e la voce narrante ci descrive le sue azioni.
Ma Harold a un certo punto si ferma, comincia ad essere smarrito. Smarrito perché anche lui, protagonista di questo film, comincia a sentire la voce narrante. La voce che descrive la sua vita, che la descrive con totale precisione.
Da questo momento la vita di Harold comincia a subire qualche scossone. Harold è stranito e vuole capirci qualcosa. Di chi è questa voce? Controlla la sua vita? Questa vita è vera o è finzione?
Tutto diventa ancora ingarbugliato quando la voce narrante rivela che Harold è destinato a morire.
Arriva il momento quindi di vederci chiaro e così Harold si rivolge a un universitario esperto di narrazione, un divertentissimo Dustin Hoffman nella surreale parte del Professor Jules Hilbert che aiuterà Harold a scoprire se di personaggio di fantasia si tratti o di persona vera. Tra stralunati consigli, un esilarante test narrativo e incontri imprevisti, come quello con la fornaia Ana (Maggie Gyllenhaal) della quale Harold l’impacciato si innamora, la vita del nostro protagonista prende una svolta.
Ma se Harold è in bilico tra realtà e finzione chi c’è dietro la voce narrante? Una fantasia del protagonista o una persona vera che tira i fili del suo burattino?

Vero come la finzione è una bella commedia ben interpretata da tutti gli attori coinvolti con un Dustin Hoffman decisamente azzeccato.
Verità? Finzione? Metalinguaggio? In fondo anche la narrazione, la finzione, entrano insieme a tante altre piccole cose, nella nostra vita vera per aiutarci a viverla in maniera più spensierata e più gioiosa. Sicuramente questo film si rivela un divertente e sfizioso intrattenimento, assolve al suo compito. Quindi, verità, finzione, che ci importa. Consigliato a tutti.

5 commenti:

  1. Non l'ho visto.
    Ma non posso dire che tu non mi abbia
    incuriosito. Lo cercherò senz'altro.

    RispondiElimina
  2. Il film, a mio parere, è davvero bellissimo! Comunque, cara la mia Firma, approfittando dello spazio sul blog, volevo consigliarti un altro film che penso potrebbe piacerti molto; l'opera in questione è il magnifico American Splendor (io lo vidi qualche anno fa al Torino Film Festival in lingua originale sottotitolato e non penso esista una versione italiana), che narra la vita del fumettista americano Harvey Pekar in maniera al tempo stesso divertente e commovente...

    RispondiElimina
  3. Voglio vederlo!
    Urz, aggiungi alla lista!
    Urz, qua scrivi, su RN ti devo pregare...
    Urz, i contest li vinci solo tu.
    Urz, ti odio!

    ps: a proprosito di "Verità", nuovo post sull'argomento in arrivo su RN, stay tuned!

    RispondiElimina
  4. American Splendor. Me lo segno, grazie per la segnalazione.
    Come si fa ad odiare uno come Urz che è già in odore di santità. E noi sappiamo perchè...

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...