venerdì 3 maggio 2013

LE STORIE

Era il Novembre dell'anno scorso quando la Bonelli portava nelle edicole quello che si annunciava sulla carta un piccolo evento editoriale. Arrivava alla pubblicazione la collana Le Storie, seconda serie regolare al debutto nel giro di pochi mesi (insieme a Saguaro) dopo un periodo in cui a farla da padrone nel campo delle novità erano state miniserie e romanzi a fumetti. Già questa poteva essere una notizia degna di nota ma la cosa interessante era sicuramente la mancanza di un titolare di testata, l'assenza del personaggio fisso al quale i lettori potevano o meno affezionarsi. La formula era ed è ovviamente ancora adesso quella delle storie autoconclusive affidate di volta in volta ad autori diversi. Va da sè che le potenzialità di un simile progetto sono infinite: nuovi personaggi, nuovi scenari, nuove epoche storiche, nuovi generi e nuovi stili di scrittura a disposizione dei lettori una volta al mese. Si sono da subito sprecati i paragoni con la vecchia avventura editoriale lanciata dalla Bonelli nella seconda metà degli anni '70 dal titolo Un uomo un'avventura che presentava però un formato simile a quello del fumetto franco-belga e non il classico albo al quale Bonelli ci ha abituati. Diciamo subito che i nomi coinvolti all'epoca sono tutt'ora considerati dei Maestri del fumetto, parliamo di personalità del calibro di Toppi, Manara, Pratt, Battaglia, Bonvi, Galeppini, Crepax, Castelli, Micheluzzi, Milazzo, etc., etc...

Il paragone diventa oltremodo scomodo per gli autori coinvolti nel progetto attuale, nonostante questi siano tra i nomi più quotati di casa Bonelli e non solo. Diciamo che l'idea alla base del nuovo progetto ha qualcosa in comune con quell'altro, ma dedichiamoci ora solo al presente.

L'onere e l'onore di aprire questa nuova avventura editoriale grava sulle spalle di Paola Barbato e Giampiero Casertano, autori dell'episodio Il boia di Parigi (all'epoca furono Decio Canzio e Sergio Toppi ad aprire le danze con L'uomo del Nilo). Monsieur Sanson è il boia di Parigi ai tempi della rivoluzione francese, maestro delle esecuzioni pubbliche, custode della ghigliottina. Contrariamente a quel che si può pensare, Sanson è un uomo gentile, rispettoso dei morituri, del momento del trapasso, dell'atto di dar la morte e della morte stessa. Boia e confidente, uccisore e consolatore. La piacevole sorpresa è stata quella di trovare un albo dove non sono l'azione e l'intreccio a farla da padrone bensì la costruzione di un protagonista atipico e interessante, ben delineato nei comportamenti e nei pensieri dal lavoro della Barbato, un personaggio fulcro della storia ma in maniera piacevolmente inusuale. Pur non avendo amato particolarmente i disegni di Casertano, soprattutto per quel che concerne la figura umana, ho trovato molto valide la resa delle atmosfere e degli ambienti. In definitiva un esordio ben realizzato, interessante e promettente.

Da buon secondo arriva il lavoro di Roberto Recchioni e Andrea Accardi che ci trasportano nel Giappone feudale dove il samurai Tetsuo si troverà responsabile dell'onore del proprio maestro, caduto in disgrazia di fronte al proprio Daimyo (signore feudale). Qui Recchioni può dar sfogo alla sua passione legata ai temi della via della spada già visti o intravisti nelle storie di John Doe; ne esce un episodio sicuramente riuscito e divertente grazie al quale tornano alla mente alcune influenze che ci ha lasciato in eredità il cinema orientale, personalmente la prima cosa alla quale ho pensato è lo Zatoichi di Kitano ma dentro c'è sicuramente molto, molto altro. Ottime le matite di Accardi che sembrano realmente trasportarci nel Giappone del XII secolo (o giù di lì, manco di preparazione storica in materia). L'episodio è intitolato La redenzione del samurai.

Il terzo numero è quello che al momento ho trovato meno riuscito e interessante. Probabilmente il periodo storico e l'ambientazione sono per i miei gusti i meno affascinanti tra quelli proposti finora cosa che ha avuto il suo peso nel mio giudizio, ho trovato però questo episodio francamente noioso e per nulla avvincente. Siamo in India nel 1857 durante La rivolta dei Sepoy, le truppe dei nativi indiani arruolate dall'esercito occupante, quello Inglese. In questo scenario si consuma un amore tra due giovani di diversa estrazione sociale e seguiamo le avventure del Sergente Maggiore Donovan, ufficiale inglese e padre di uno dei due ragazzi. Storia senza particolari guizzi di Giuseppe De Nardo, buone le matite di Bruno Brindisi che avevo però apprezzato maggiormente in territori texiani.


Anche nel quarto episodio la storia, pur essendo ben scritta e orchestrata, dà l'impressione di essere convenzionale e già vista parecchie volte. Però i gusti di Ruju sono probabilmente più simili ai miei e ancora una volta il buon Pasquale riesce a convincermi (mi ero goduto parecchio anche tutto il suo Cassidy). Siamo nella seconda metà degli anni '30, tempo di gangsters, liquori proibiti, mitragliatori, macchine d'epoca e debiti di gioco. Angelo è costretto suo malgrado a partecipare a un colpo con il suo nuovo amico Eddie, un colpo che potrebbe sembrare facile, ma nella vita e in questo ambiente cosa lo è? L'animo gentile di Angelo riuscirà a raccapezzarsi tra crimini e sparatorie? Non manca nemmeno la più classica delle femme fatale. Disegni di Ambrosini che continuo ad apprezzare più come sceneggiatore che alle matite. No Smoking il titolo dell'episodio.

E' con il quinto numero che arriva l'episodio migliore tra quelli letti finora. Dopo l'ottimo Valter Buio, Alessandro Bilotta si conferma un ottimo scrittore in grado di imbastire con questo centinaio di pagine un piccolo gioiellino a fumetti. Il lato oscuro (sorta di piccola citazione musicale insieme a quelle di Space Oddity di Bowie contenute nell'albo) è narrato su due piani temporali, il presente, dove il pilota Lloyd Clarke è riuscito a coronare il suo sogno di diventare astronauta e il passato, dove la sua vita da bambino, passata insieme al fratello maggiore Tom tra sogni e giochi a tema fantascientifico, deve affrontare alcuni traumi. Ma in quella navicella, nel presente, succede qualcosa di molto strano. Ottimi i disegni di Matteo Mosca che contribuiscono in maniera forte a rendere questo quinto episodio il migliore del lotto.

Ultimo episodio letto finora è Ritorno a Berlino scritto da Paolo Morales, autore purtroppo da poco scomparso, per i disegni di Davide De Cubellis. Racconto cospiratorio dove segreti che affondano nella Germania del muro di Berlino mostrano le loro conseguenze nel nostro presente, dove le figure dei padri sono forti e ingombranti, dove i figli subiscono le conseguenze delle loro azioni in un modo o nell'altro e dove alcuni personaggi, cinici e spietati, riescono ad assumere una doppia valenza. Nonostante alcune svolte narrative possano risultare intuibili dal lettore più smaliziato (ma anche no), la storia si rivela davvero piacevole nonostante la parte grafica, pur non presentando particolari pecche, non faccia gridare al miracolo.

Al momento l'esperimento narrativo sembra riuscito, l'alternanza di autori e storie tiene desta l'attenzione e la qualità delle proposte è mediamente buona. Menzione particolare per le copertine di Aldo Di Gennaro davvero molto molto belle, aiutate da una scelta della carta che riesce a rendere una sorta di effetto tela che impreziosisce l'arte del disegnatore. Anche qui la copertina del quinto numero mi sembra la migliore, insieme all'ottima realizzazione di quella del secondo numero.

6 commenti:

  1. Molto interessanti queste ambientazioni diverse..consentono di scoprire un po' di cosine...tra questi mi intriga quello sul Giappone feudale..non so perché :)
    Grazie come sempre...mi apri un mondo.
    Buona giornata e buon week end !

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    1. La maledizione del samurai è uno dei numeri meglio riusciti. Il mio consiglio personale, come scritto sopra, è per Il lato oscuro, quinta uscita della collana.

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  2. La collana è una bella collana, poco da dire. Mi sono piaciute di più le scintille iniziali. Con il passare del tempo sembra si siano già voluti tirare i remi in barca e tornare a certi scenari classici. Poi può essere un caso. Ma avrebbe senso solo se si riuscisse ad osare qualcosa in più di quello che si osa su una serie regolare.

    Io ho letto anche gli ultimi due e mi sono sembrati carini. Le cover avrebbe dovuto realizzarle chi ha disegnato l'albo di volta in volta e un paio di centimentri in più in altezza avrebbero fatto una certa differenza. Mentre sulla grafica (mi rendo conto che è una malattia solo mia), mi spiace, ma non ci siamo proprio. Sembrano dei gialli allegati a Famiglia Cristiana negli anni '70 :)

    Comunque a breve esce quello di Gigi Simeoni che è tutto dire :)

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    1. Concordo abbastanza con la tua analisi: il quinto numero è il mio preferito al momento, i primi due quelli un po' più insoliti e riusciti. Buone letture il 4 e il 6 anche se più convenzionali. Noioso il terzo. Concordo con te sul fatto che questa collana dovrebbe essere l'occasione per osare, al momento comunque mi soddisfa parecchio.

      Per l'altezza concordo, sulle cover non so, ho l'impressione che potrebbe venirne fuori uno stile discontinuo con alcune cadute verso il basso da evitare. Le cover così come sono mi piacciono. Alla grafica non ho badato molto (a quella del logo alla quale immagino tu ti riferisca) comunque è vero che ricordano dei vecchi gialli, non ci avevo fatto caso :)

      Attendiamo Simeoni allora :)

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  3. Li sto comprando tutti. Alcuni sono buoni, altri meno. Negli anni '70 ne usciva una serie uguale,erano libri con copertina cartonata. Qualcuno devo averlo ancora in cantina.

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    1. Penso tu ti riferisca a Un uomo un'avventura, collana alla quale accenavo anche nel pezzo :)

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