domenica 9 gennaio 2022

SPIDER-MAN: NO WAY HOME

(di Jon Watts, 2021)

Jon Watts per questo nuovo capitolo delle avventure di Spider-Man fa le cose in grande, abbandona l'approccio da teen movie molto presente (e molto riuscito) nei primi due capitoli per tornare a quell'elemento fondante che poneva le basi della vera nascita di Spider-Man pensata da Stan Lee e Steve Ditko per i fumetti, nulla a che vedere con il morso di ragno, un mero accidente che dona a Peter i suoi poteri, Spider-Man, l'Uomo Ragno al quale tutti noi vogliamo bene, nasce con una forte presa di coscienza, una lezione impartitagli dallo zio Ben in seguito a un tragico evento che condizionerà la vita di Peter per sempre e che gli farà capire che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Anche lo Spider-Man di Tom Holland giunge quindi al passaggio all'età adulta, perde un po' della sua innocenza, acquista consapevolezza e il racconto, almeno in parte, inevitabilmente si incupisce inanellando diversi momenti emozionanti. Maturità, senso di colpa, dolore, visione delle conseguenze... come cambierà quindi in futuro il Peter Parker di Tom Holland (sempre che l'attore decida di continuare a vestire il costume rosso e blu)? Gli scenari si ampliano enormemente, per questa e per altre ragioni ancora, non solo per Spider-Man, tutto verrà approfondito nel prossimo Doctor Strange nel multiverso della follia di cui questo No way home in qualche senso funge da apripista.

Ci eravamo lasciati con l'identità di Spider-Man svelata agli occhi del mondo, c'è quindi chi crede alle parole di Mysterio e bolla Peter Parker come un delinquente, J. Jonah Jameson (J. K. Simmons) lo dipinge come una minaccia, la polizia lo cerca, i giornalisti non danno tregua né a lui né ai suoi cari, le vite di zia May (Marisa Tomei), di M. J. (Zendaya) e di Ned (Jacob Batalon) sono rovinate, tutta l'esistenza di Peter e di chi gli sta intorno si è complicata parecchio. Senza riflettere molto sulle conseguenze delle sue azioni Peter, dopo aver cercato di sistemare le cose, ricorre all'aiuto del Dottor Strange (Benedict Cumberbatch) chiedendogli se non fosse possibile resettare l'accaduto o quantomeno far dimenticare alle persone la sua vera identità. Al contrario di ogni previsione anche Strange, dopo qualche iniziale ritrosia, adotta un comportamento poco maturo (ravvisato anche da Wong) e acconsente ad adoperare un incantesimo per far dimenticare alle persone la vera identità di Spider-Man; interrotto e distratto da Peter l'incantesimo non riesce completamente e il velo tra le dimensioni si squarcia portando nel Marvel Cinematic Universe (l'universo in cui vive Peter) personaggi provenienti da altre dimensioni in qualche modo legati a Spider-Man mettendo così in moto una serie di eventi ai quali sarà necessario "riparare" nel vero senso della parola. L'impresa non sarà né facile né priva di conseguenze.

Con questo terzo capitolo dedicato al Ragno si scombinano un po' le carte in tavola ma il risultato continua a essere davvero molto buono, sarà impossibile per i Marvel fan di lunga data non apprezzare tutti gli elementi noti che convergono in questo film, sempre più si fa strada l'ipotesi di un universo narrativo cinematografico che possa mettere ordine e unità a tutto ciò che finora si e fatto al cinema e, badate bene, anche in televisione, con tutti i personaggi Marvel, in attesa che siano della partita finalmente anche Fantastici 4 e X-Men, gli unici due brand di cui al momento non abbiamo ancora intravisto sullo schermo collisioni con il MCU (però, in effetti, c'è stato quell'Evan Peters in WandaVision...). Avvisiamo ora che seguirà qualche piccolo spoiler per chi ancora non avesse visto il film, letto mezza parola a riguardo ed evitato inoltre ogni trailer di sorta. Oltre a diversi nemici, dalla falla nel multiverso vengono attirati nella realtà del MCU anche le versioni di Spider-Man interpretate da Andrew Garfield e Tobey Maguire, ogni fan del personaggio può ritrovarne così la sua versione favorita: l'incontro tra i tre offre alcuni dei momenti migliori del film, i tre si confrontano in una sorta di dinamica sessione di sostegno reciproco che per Peter (quello di Holland) sarà il viatico finale per giungere a un'etica da eroe (in realtà da uomo) definitiva che dovrebbe permettergli di non prendere più decisioni importanti alla leggera e, come indica l'interessantissimo finale, a sacrificarsi in maniera enorme per gli altri, rinunciando più o meno a tutto, la curiosità per il futuro del personaggio quindi non manca. Sotto il punto di vista puramente visivo, fermo restando che finora troppa tecnologia nel costume ha un po' tradito l'immagine del personaggio, gli effetti speciali permettono di vedere delle versioni migliori di alcuni protagonisti (Electro per esempio) e di assistere a una sequenza con protagonisti Strange e Peter nella dimensione specchio di grande impatto, effetti già visti da Inception in avanti ma sempre di forte presa e qui realizzati in maniera ottima. Se poi ci fossero ancora dubbi sul fatto che valga la pena andare a vedere No way home aggiungiamo solo Willem Dafoe, Alfred Molina, Jamie Foxx, e più o meno abbiamo detto tutto.

2 commenti:

  1. Ho apprezzato molto questo ingresso nell'età adulta del bimbo ragno. Spero davvero che nelle prossime pellicole, se verranno realizzate, non ci sia un'involuzione in tal senso perché sarebbe un vero peccato.

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    1. Si, con questo film hanno lavorato molto bene secondo me, speriamo si continui di questo passo.

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