(di Jim Field Smith, 2011)
Ogni tanto qualche grulleria bisognerà pur guardarla, non fosse altro che per mettere nella giusta prospettiva tutto il resto. Ed è così che mi sono avvicinato a questa commedia americana del 2011 di cui tutti voi potete bearvi in quanto la si trova comodamente nel catalogo gratuito del canale Moviedome su YouTube. Ora, che poi vogliate davvero affrontarne la visone è un altro paio di maniche, comunque, dicevamo... Butter. Burro. Adesso non pensate al burro al cinema, a Ultimo tango a Parigi o a cose del genere, niente di tutto questo, Butter è la classica commedia statunitense, infarcita di qualche allusione sessuale (che nulla ha a che vedere con il burro, in U.S.A. è stata bollata Rated R), finale edificante, un cast abbastanza prestigioso e spruzzate qua e là di buoni sentimenti da una parte e bieca cattiveria dall'altra. Al centro della narrazione presentata dal regista Jim Field Smith, questo sconosciuto verrebbe da dire, c'è una competizione durante la quale gli sfidanti si scontrano creando sculture fatte di burro, vera attrazione della ridente cittadina di Johnson County, Iowa. Il film, in maniera forse prevedibile (?), è stato un flop al botteghino, incassando la bellezza di 175.706 dollari, cifre che negli Stati Uniti racimolano i bambini vendendo le limonate d'estate, a fronte di un budget di realizzazione 10.800.000,00 dollari. Dopo il flop di questo film Jim Field Smith si è occupato principalmente di regie per serie televisive e miniserie.Nell'Iowa la fiera delle sculture di burro pare essere una vera e propria istituzione; negli ultimi 15 anni la competizione per la miglior scultura è stata sempre vinta da Bob Picklet (Ty Burrell), un artista che oltre alla perizia tecnica gode della capacità di trasmettere qualcosa alla gente attraverso le sue sculture. Il relativo prestigio acquisito da Bob è motivo d'orgoglio anche (e soprattutto) per la sua seconda moglie Laura (Jennifer Garner), una donna competitiva alla quale piace darsi un'importanza superiore a quella che in effetti riveste. Durante l'ultima edizione della fiera gli organizzatori chiedono a Bob di passare da artista concorrente a un ruolo organizzativo, anche per dar spazio a partecipanti diversi e l'opportunità di emergere ad artisti più giovani. Bob, che è un uomo mite e dimesso, trova la proposta ragionevole, così però non sarà per Laura che farà di tutto per riacquistare il prestigio perduto allenandosi e candidandosi in prima persona come nuova "star del burro". Nel frattempo la piccola Destiny (Yara Shahidi), una bambina di colore di dieci anni, dopo essere passata da una famiglia affidataria all'altra, trova finalmente una coppia amorevole pronta ad adottarla (Alicia Silverstone e Rob Corddry). Durante la visita alla fiera Destiny incontra Bob e scopre di essere portata a lavorare con il burro: la bambina diverrà la principale avversaria di Laura per l'edizione a venire della fiera. Bob intanto, deluso dai comportamenti inappropriati della moglie, si reca in un locale per uomini dove conosce la spogliarellista Brooke (Olivia Wilde) che diverrà presto un'incognita nel futuro dei vari protagonisti e in quello di Kaitlen (Ashley Greene), la figlia di primo letto di Bob.
Dopo quello che avete letto nelle prime righe di questo commento a Butter potreste pensare che il film sia a priori da evitare; in realtà alla fine questa si rivela una commedia innocua ma tutto sommato non fastidiosa e anche abbastanza piacevole. Alcune cosine divertenti ci sono, a chi scrive ad esempio diverte molto il fatto che l'attore che interpreta uno dei protagonisti principali si chiami Burrell (che poi sarebbe il Phil Dunphy di Modern family). Si, lo so, mi diverto con poco, è per questo che preferisco i drammi alla commedia. Nell'autopromozione del personaggio interpretato dalla Garner (anche produttrice) come nuova regina del burro c'è chi ci ha visto una satira delle Primarie Americane del 2008, cosa che onestamente si fa difficoltà a cogliere se non la si va proprio a cercare col lanternino e di proposito. Quello che invece funziona, come capita in molte commedie di questo taglio, sono i momenti estemporanei: alcune battute, la costruzione dei passaggi volti a toccare il cuore dello spettatore e anche alcuni personaggi azzeccati, soprattutto l'amorevole piccola Destiny ma anche la spogliarellista tamarra Brooke e l'idiota Boyd Bolton (Hugh Jackman), sfruttato dalla Garner per avvantaggiarsi nel suo percorso verso la "gloria". Non c'è molto altro, filmetto senza pretese che non delude se volete regalarvi un momento di relax, ben consapevoli ovviamente di ciò che state andando a guardare, cioè una piacevole grulleria e nulla più.